Archivi del giorno: febbraio 9, 2012

Case di case, o: quello che gli italiani non scrivono

House of HousesQualche giorno fa, mi è arrivato a casa un paperback che avevo preso su Amazon, House of Houses. E’ un breve romanzo di Bizarro Fiction scritto da Kevin L. Donihe, e che non si trovava su library.nu.
E’ la prima volta che spendo 8 Euro per il cartaceo di un autore sconosciuto a scatola chiusa. Cosa mi ha spinto a farlo?

Prima di tutto, il blurb di Mellick, che vi vado subito a offrire 1:

“This is perhaps the weirdest book that anyone has ever written, or will ever write. Donihe is the grandmaster of the bizarro fiction genre” – Carlton Mellick III

“Questo è forse il libro più strano che sia mai stato scritto, o che sarà mai scritto. Donihe è il gran maestro del genere della Bizarro Fiction” – Carlton Mellick III

In genere non mi faccio incantare dai blurb, ma non capita spesso che Mellick commenti i lavori dei suoi colleghi; inoltre, se è Mellick in persona a dire che questo è il libro più strano che abbia mai letto, diciamo che mi fido.
In secondo luogo, e più importante, la sinossi:

There once was ad odd reclusive little man who was in love with his house. He loved this house not in the way that normal people love their homes. His was a more intimate love, like the love between two humans. He loved his house so much that he asked it to marry him, and he believed that his house happilty replied with a yes. Unfortunately, their love was to be torn apart the day before their wedding, on the day of the great house holocaust. On this day, every house in the world collapsed for no explainable reason. It was as if they killed themselves, and took many of their occupants with them. Distraught and despairing over the death of his fiancée, this man must go on a quest to find out what happened to his beloved home.
On his quest:
He will meet Tony, a self-declared superhero, who looks kind of like a black Man-At-Arms from the old He-Man cartoons and claims to protect the world from quasi-dimensional psychopomps with his powerful sexpounding abilities.
He will meet Manhaus, who semmes to be part man and part house.
And, finally, he will venture to House Heaven, a world where houses live inside of bigger houses made of people.

C’era una volta uno strano e schivo ometto, che era innamorato della sua casa. Amava la sua casa non nel modo in cui la gente normale ama la propria. Il suo era un amore più intimo, come l’amore tra due esseri umani. Amava la sua casa così tanto che le chiese di sposarlo, ed era convinto che la sua casa avrebbe felicemente risposto con un sì. Sfortunatamente, il loro amore doveva essere distrutto il giorno prima del loro matrimonio, nel giorno del grande olocausto delle case. In questo giorno, ogni casa del mondo collassò per nessun motivo apparente. Era come se le case si fossero suicidate, portando con sé molti dei loro abitanti. Sconvolto e disperato per la morte della sua fidanzata, quest’uomo deve imbarcarsi in un viaggio per scoprire cosa sia successo alla sua amata casa.
Nel suo viaggio:
Incontrerà Tony, un auto-dichiarato supereroe, che assomiglia a una versione nera di Man-At-Arms, dei vecchi cartoni di He-Man, e afferma di proteggere il mondo da psicopompi quasi-dimensionali con il potere della superchiavata.
Incontrerà Manhaus, che sembra essere parte uomo e parte casa.
E, infine, si avventurerà nel Paradiso delle Case, un mondo dove le case vivono dentro case più grandi fatte di persone.

Casa arrabbiata

Attenti a come trattate la vostra abitazione: potrebbe scegliere di rovinarvi in testa.

Ora, io non ho ancora letto il suddetto libro, anche se lo farò in questi giorni. Potrebbe anche fare schifo. Potrebbe essere scritto peggio di Unika, o potrebbe non mantenere le promesse iniziali, o potrebbe essere un ammasso di stramberie senza capo né coda. Potrebbe persino essere scritto da Sergio Rocca in incognito.
Ma la presentazione è riuscita a catturarmi. Il libro mi ha convinto a dargli una possibilità. Ora: magari la Bizarro Fiction vi ispira solo pensieri diarroici, e l’idea di un tizio che si mette in viaggio per scoprire perché tutte le case del mondo sono implose e finisce nel Paradiso delle Case vi toglie ogni poesia, però dovete ammettere che è una sinossi che non lascia indifferenti.
Dietro una storia del genere c’è una riserva di creatività incredibile. Non solo non avevo mai pensato si potesse scrivere una storia su una cosa chiamata grande olocausto delle case, ma non avevo mai pensato neanche che si potesse avere un’idea del genere!

E’ per questo che mi viene sempre un po’ di tristezza quando dal panorama internazionale sposto gli occhi sull’Italia. E non sto parlando solo dei libri regolarmente pubblicati, ma anche degli autopubblicati, che in teoria non avrebbero tutte le limitazioni dei canali tradizionali – tipicamente il dover rientrare in una “linea editoriale” – ma che a quanto pare ne hanno un’altra: mancanza cronica di creatività.
Con poche eccezioni, i libri autopubblicati che mi sono capitati tra le mani sono, quando va bene, l’equivalente italiano di un episodio qualsiasi di Supernatural, o di un brutto film d’azione, o di una brutta partita di D&D. Magari condite con un po’ di “misteri italiani”, filone di lunghissima tradizione e oramai francamente un po’ esausto.
E mi domando: perché? Perché non possiamo avere anche noi delle storie di uomini che amano morbosamente le proprie case finché queste non gli crollano in testa, o storie di tizi i cui peni si trasformano in vermoni giganteschi e sanguinari, o storie di talebani che vogliono dirottare un aereo ma devono fare i conti con un lupo mannaro su una sedia a rotelle?
Forse perché leggono poco, o forse perché non spaziano abbastanza tra i generi. E di conseguenza, che si possano scrivere storie così neanche gli viene in mente. Che si possa uscire dal solito canovaccio, neanche gli viene in mente.

Lucarelli paura eh

Smettetela di vivere all'ombra di quest'uomo!

Ma voglio sottolineare una cosa.
Cari autopubblicati: sono questi i vostri avversari. Carlton Mellick, Mykle Hansen, Kevin Donihe, tutti signori nessuno che ce l’hanno fatta da soli, fondando delle case editrici, costruendosi un bel sito, studiandosi le regole della narrativa e scervellandosi per partorire idee nuove2.
Se volete essere competitivi, dovete cercare di scrivere roba almeno altrettanto buona. Altrettanto acchiappante. Roba da far impallidire le case di case! OK, la Bizarro non vi piace (e del resto ci sono anche brutti libri di Bizarro Fiction); ma non è una buona scusa per non spremervi le meningi e cercare di essere creativi, fantasiosi.
Se un’opera autopubblicata vende poco, o se è scaricata (gratis) poco, in parte dipenderà dal fatto che la ‘rivoluzione digitale’ in Italia è ancora agli inizi, in parte magari dipenderà da una visibilità insufficiente del sito e dell’autore, e/o da un cattivo marketing; ma non potrebbe anche darsi – forse, magari – che dipenda anche dal fatto che l’opera in questione non è poi ‘sto granché? Che non c’è, in fondo, tutta questa voglia matta di leggerla, e di farla leggere ai propri amici? Perché non si mette mai in discussione la qualità dell’opera, quando si parla della sua più o meno riuscita distribuzione?
E già che ci siamo, cari autopubblicati, leggetevi l’ultimo articolo del Duca, se non l’avete già fatto.

E quando sentite che state vacillando, che vi manca ogni certezza e ogni punto di riferimento, che siete – direbbe Dago – come un salame lanciato in un corridoio, ripetete tra voi queste parole:

un mondo dove le case vivono dentro case più grandi fatte di persone

Cioè, dai, cazzo!

Anticipazione finale
Già che siamo in argomento.
Da quasi due settimane sto preparando un grosso articolo sulla Bizarro Fiction, che raccoglierà tutte le impressioni che ho avuto modo di farmi sul genere negli ultimi tre-quattro mesi. Potrebbe già essere pronto per la settimana prossima, o per quella dopo al più tardi; in ogni caso, sostituirà, per una volta, il settimanale Consiglio del Lunedì.

Robottoni che fanno sesso

A proposito di allenare la creatività: questo potrebbe essere un inizio.

(1) Eccezionalmente, ho anche tradotto alla meglio la cosa in italiano. Mi sono preso qualche libertà nel tradurre “sexpounding abilities”; se avete suggerimenti migliori, sono pronto a correggere.Torna su

(2) Certo, avrebbero potuto fare di più – per esempio, puntando di più sul digitale. Nel momento in cui scrivo, sono ancora molti i loro libri che mancano completamente di un’edizione digitale; e quando ce l’hanno, è sempre e solo in formato kindle. Fino a poco tempo fa, il loro scopo principale era ancora quello di entrare nelle librerie.
Eppure un genere di nicchia come questo sembra fatto apposta per il digitale. I libri di Bizarro Fiction di solito sono brevi (100-200 pagine) e poco costosi, è stupido affogarli nelle spese di spedizione di un’edizione cartacea, che magari deve girare mezzo globo per arrivare al destinatario.Torna su