Tre romanzi fikissimi che (forse) non scriverò mai

April March Herbert Quain“Esame dell’opera di Herbert Quain” è un racconto bizzarro che fa parte della famosa antologia di Borges Finzioni. Il racconto consiste in sostanza della finta recensione dei romanzi di un autore immaginario: un poliziesco apparentemente banale la cui frase di chiusura permette al lettore di capire che la soluzione del detective era sbagliata e gli fornisce l’indizio chiave per trovare – lui solo! – quella corretta; o un romanzo in cui, a partire da una situazione di base, si sviluppano storie alternative che si ramificano secondo uno schema simmetrico; e così via.
Si dice che, quando chiesero a Borges perché avesse scritto un racconto così strano (invece che scrivere davvero i libri che descriveva nella finta recensione), lui rispose che si trattava effettivamente di idee per romanzi che aveva avuto, ma che era troppo pigro per mettersi a scriverli davvero. Piuttosto che non farne nulla, aveva esposto le idee nude e crude.

Oggi voglio fare una cosa del genere. Dato che mi chiedono sempre se scrivo, cosa scrivo, quand’è che finisco qualcosa che ho scritto (ah! ah! ah!), mi son detto: “perché, invece che accontentare il mio pubblico, non parlare di romanzi che probabilmente non scriverò mai?”.
Che la maggior parte delle idee non diventino un romanzo non è strano. Swanwick racconta in un’intervista che, da quando ebbe per la prima volta l’idea di realizzare un’ucronia ispirata al Faust di Goethe, gli ci vollero più di vent’anni per decidersi a scrivere Jack Faust. Kafka non finì mai nessuno dei romanzi che scrisse (e molti rimasero a uno stato embrionale, un capitolo o poche pagine o anche meno). Forse neanche l’1% delle buone idee partorite da bravi scrittori raggiunge la forma scritta.
I motivi sono i più vari: l’autore può pensare che forse in fondo non siano idee così buone; oppure ha immaginato un’ambientazione interessante ma non gli viene in mente una storia decente da ambientarci; oppure gli passa la voglia; oppure è semplice pigrizia. Nel mio caso c’è un po’ di tutto, ma in particolare sento il problema della documentazione: per scrivere una buona storia su un argomento inusuale, e per non fare la figura degli ultimi arrivati, c’è bisogno di studiare talmente tanto che mi passa la voglia ancor prima di cominciare. Per non parlare del tempo che dovrei spendere per documentarmi. Non ce l’ho! E quindi non se ne fa niente. Che scusa del cazzo, eh? Be’, forse c’entra anche la pigrizia…

Bored to Death

…e come questa serie, farò una bruttissima fine.

Magari in futuro troverò il tempo e la voglia per mettermi a sviluppare una di queste idee. Nel frattempo voglio metterle a disposizione di tutti. Magari qualcuno di voi potrà farne buon uso, o darmi qualche suggerimento, o potrebbe nascere un’incredibile partnership (unlikely), o avrà una buona scusa per insultarmi.
Ecco tre romanzi fikissimi che (forse) non scriverò mai. I titoli ovviamente non sono “veri” titoli, ma soltanto delle etichette con cui li ho bollati nella mia testa. Sono abbastanza diversi tra loro, spero che almeno uno di essi vi piaccia.

La resurrezione di San Tommaso
La folgorazione: Fin da quando ho cominciato a studiare letteratura e filosofia al liceo, e a entrare nella testa di grandi pensatori morti da eoni, ho preso a chiedermi: chissà cosa penserebbe una di queste menti se venisse catapultato ai giorni nostri? Se Aristotele avesse potuto vedere l’Apollo 11 che atterra sulla Luna? Se Dante avesse potuto fare esperienza di Internet? Se Newton avesse potuto incontrare i padri della fisica quantistica? Impazzirebbero? Rifiuterebbero il nuovo mondo? Sarebbero ancora capaci di produrre del pensiero geniale?
Dovendo scegliere chi trasportare ai giorni nostri, di certo il gap mentale più ampio si avrebbe pescando un pensatore del Medioevo. E chi meglio di Tommaso d’Aquino, il frate domenicano che ebbe l’ardire di spiegare il mondo intero, e pure Dio e la Creazione, con la sua filosofia? Quale shock proverebbe un uomo convinto di aver spiegato l’universo intero, trovandosi di fronte a un mondo così completamente diverso da quello che conosceva? Propendo decisamente per la seconda, ma questo non mi impedisce di divertirmi un po’ con l’idea. E poi, non è stato proprio Ratzinger a dire: “Bisognerebbe tornare a San Tommaso”?

Tommaso d'Aquino

Bisognerebbe tornare a lui. Ehm.

Di cosa parla: Futuro prossimo. Le nubi della Terza Guerra Mondiale si fanno ogni giorno più dense; l’Europa si trova intrappolata fra i due fuochi degli Stati Uniti e della Cina, e sembra sempre più probabile che – in stile Guerra Fredda – il nostro continente poss diventare il teatro del conflitto fra le due superpotenze. Anno di Giubileo; folle di milioni di persone che affluiscono a San Pietro, mentre la Chiesa lancia appelli di pace universale, di cessazione delle ostilità e di capitalismo etico (che non fa mai male). Ma sul soglio pontificio siede il debole Sisto VI; un vecchietto timido e insipido che non convince proprio nessuno.
Un gruppo di neocristiani borderline non ci sta e decide (come sempre accade) di tornare a un cristianesimo più original. Ma questa gente ha un’arma in più: un rituale che, a partire da un sufficiente numero di reliquie, permette di resuscitare i santi. E’ così che, una notte, in piena campagna, riportano in vita San Tommaso. Di qui comincerà la lenta rieducazione di Tommaso al mondo moderno, facendogli scoprire per gradi com’è il XXI secolo. All’inizio lo farebbero vivere in una vecchia cascina in mezzo al nulla, poi a poco a poco fargli vedere le automobili, il telefono, e così via… Fino a renderlo completamente edotto del mondo moderno. Ma come reagirebbe San Tommaso a queste scoperte? Resterebbe la stessa persona, o diventerebbe qualcosa di nuovo? Impazzirebbe? Smetterebbe di credere in Dio? E potrà guidare la cristianità verso una nuova era di rettitudine, mettendosi addirittura contro la sua Chiesa?

Non ho ancora deciso del destino di Tommaso. Quello che so è che alla trama principale vorrei agganciare qualche subplot minchione; per esempio la vicenda di un cardinale sudafricano che, radiato e scomunicato per la sua condotta violenta, una volta tornato in patria dà il via al suo scisma personale e diventa un signore della guerra. Magari, scoperto il rituale con cui è stato resuscitato San Tommaso, si dedicherebbe a creare il suo esercito personale di santi guerrieri e a unificare l’Africa. La Chiesa a sua volta potrebbe arruolare i propri santi. Sarebbe alquanto tamarro assistere a una battaglia in cui, per esempio, San Bernardo di Clairvaux imbraccia un RPG contro un carro armato guidato da Santa Caterina da Siena.
Tra le altre idee che avevo partorito, la possibile scoperta da parte dei protagonisti che Sisto VI in realtà è un fantoccio e che la Chiesa è guidata ormai da 50 anni da un’avanzatissima intelligenza artificiale imbottita di dottrina (il MAGI System? Ahahahaha). Come reagirebbe San Tommaso all’IA, lo riterrebbe un’emanazione divina o un segno che il demonio ha infilato il suo zoccolo caprino nel cuore della Cristianità? Di sicuro a un certo punto ci dev’essere una scena in cui i cinesi fanno esplodere San Pietro. Magari con una Bomba H.
Insomma, mi piacerebbe mischiare la storia molto seria di come si potrebbe educare un erudito iper-indottrinato del XIII secolo al mondo del ventunesimo, con una cornice demente nello stile della Bizarro Fiction. Stesso discorso per quanto concerne i protagonisti neocristiani: non vorrei farne delle macchiette ma anzi vorrei costruire dei personaggi complessi, ciascuno con la propria motivazione non banale per “tornare a San Tommaso”. Sarebbe un po’ Vonnegut, un po’ Dick, un po’ Mellick – in costante equilibrio tra il serio e il mongoloide.

Ratzinger cattivo

Questo romanzo ha già un fan.

Perché l’ho mollato: Un primo motivo è che, per fare le cose fatte bene, dovrei documentarmi parecchio su San Tommaso; non bastano certo le mie reminiscenze universitarie. Leggere la sua opera omnia (o almeno sapere a menadito la Summa Theologia), la sua biografia (per disegnare in modo verosimile il suo carattere), approfondire la mia conoscenza del Duecento europeo per avere un’idea più chiara di quale fosse il mondo a cui Tommaso era abituato.
Le cose peggiorano tenendo conto che, per fare un lavoro fatto bene e non una roba retorica, dovrei anche documentarmi sul Papato moderno; sulle sue procedure, i costumi, le gerarchie, fino alle piantine degli edifici pubblici di Città del Vaticano. Come fa il collegio cardinalizio a scomunicare qualcuno? Come si allestisce un Angelus? E non farebbe male un bel ripasso di tutta la storia della Chiesa dal Concilio Vaticano II in poi, per fare un ritratto credibile delle politiche papali nel futuro prossimo.
Nulla di impossibile, ma abbastanza da farmi venire voglia di rimandare ad libitum.

Gli ingegneri del sole
La folgorazione: C’è stato un periodo – forse era il secondo anno di università – che una sera alla settimana mi trovavo a guardare con occhi sbarrati Voyager su Rai 2. Ipnotizzato dalla voce suadente di Giacobbo, mi chiedevo come potesse, lo spettatore ideale del programma, credere contemporaneamente ad Atlantide, al Nuovo Ordine Mondiale massonico, alla perduta Agarthi, alle scie chimiche, ai complotti Templari, ai cerchi nel grano, agli aglieni, alle profezie Maya e soprattutto al fatto che Paul McCartney sia stato ucciso e sostituito da un sosia.
Di cosa parla: E’ divertente, però, immaginare come sarebbe il nostro mondo se davvero alcune delle teorie dei voyageristi fossero vere. Perciò ho scelto la mia preferita, la teoria della terra cava; ma nella sua versione più radicale (teoria della terra concava). Il sistema copernicano è un falso, e noi ci troviamo in realtà sulla superficie interna del nostro pianeta, che è cavo al suo interno. La forza di gravità va dalla crosta terrestre giù, nelle profondità degli infiniti strati di terra del pianeta. Il sole se ne sta al centro della cavità, insieme alle stelle fisse e a quelle nubi e quei vapori che ci danno l’impressione del cielo. Ma come fa il sole a sostenersi al centro del pianeta, se la gravità lo trascinerebbe contro la crosta terrestre? Qui sta l’idea!

Terra concava

Benvenuti nella terra concava.

Il sole è una palla non più grande di uno stadio, sostenuta da un complicatissimo e raffinato sistema di impalcature costruite dalla casta degli Ingegneri. Opera degli Ingegneri è anche il sistema di muri mobili che circonda il Sole e che, eclissando periodicamente l’astro, permettono di simulare il ciclo giorno/notte. Supervisionare il corretto funzionamento del Sole è un compito oneroso, e la corporazione degli Ingegneri è la più rispettata e stimata nel mondo. La gente farebbe carte false per potervi entrare. E più si fa carriera, più si sale in alto lungo il sistema di impalcature, arrivando a eseguire compiti sempre più delicati e più vicini all’essenza stessa del Sole.
Il protagonista della storia sarebbe un giovane allievo che riesce a entrare nella corporazione e, lentamente, a fare carriera. Ma in realtà – conflitto! – il nostro giovane uomo è un terrorista, allevato da una setta religiosa nell’insegnamento che l’opera degli Ingegneri è empia e che bisogna affrettare la fine dei tempi. La sua missione segreta è raggiungere i vertici dell’organizzazione per poi sabotare le impalcature, e spegnere il Sole. Ma lungo la strada troverà molti ostacoli, fisici e morali, a mettere alla prova le sue convinzioni. Riuscirà il nostro eroe a provocare la fine del mondo?
Avevo immaginato la storia come una novella, magari da un centinaio di pagine o poco più, concentrato principalmente su questo mondo di impalcature che si estendono verticalmente fino al centro (cavo) della Terra, e solo secondariamente sul resto del pianeta cavo. In realtà avevo anche la mezza idea di un sub-plot di un uomo (o una squadra di uomini) che decide di scavare la crosta terrestre per scoprire se c’è qualcosa dall’altra parte. Come genere potrebbe ricadere tanto nella Bizarro Fiction quanto nel New Weird, a seconda che decidessi di evidenziare più l’aspetto minchione della storia o quello serio-speculativo. Certo però che non mi dispiacerebbe provare a dargli un taglio di verosimiglianza, giusto per scoprire cosa vien fuori; vorrei massimizzare il sense of wonder della storia.

Perché l’ho mollato: Banalmente? Perché non sono un ingegnere, non sono un fisico, e – allo stato attuale dei fatti – non ci capisco niente. Può sembrare una scusa stupida, ma mi sarebbe piaciuto dare a quest’idea completamente minchiona una patina di realismo scientifico nell’esecuzione. Il worldbuilding di questo romanzo ha tutto a che fare con la forza di gravità, l’ingegneria strutturale, and the like; il cuore del romanzo potrebbe consistere nei metodi con cui il protagonista tenterà di sabotare e forse di far saltare la struttura, quindi con un problema che almeno in parte è tecnico; e non volevo rovinare l’idea iniziale con banalità da umanista che non sa bene di cosa sta parlando.
Allo stato attuale, Gli ingegneri del sole è quello più improbabile da realizzare, anche se è forse quello con l’idea base più carina. Difficilmente diventerò mai abbastanza esperto dell’argomento (almeno di qui a 5-10 anni…); quindi, a meno che mi trovi un partner fisico o ingegnere che per puro amore delle belle lettere decida di darmi tutto il suo aiuto, questa storia rimarrà nel cassetto.

Gatto ingegnere

Forse lui potrebbe scriverlo.

Infelix Austria, o Il lungo, lungo regno di Francesco Giuseppe
La folgorazione: Ho già avuto modo di dirlo da qualche parte nel blog, ma se c’è un periodo che mi affascina particolarmente, nella nostra storia recente, sono l’Europa centro-orientale nel tardo Ottocento e fino alla Prima Guerra Mondiale. Coacervi di etnie diverse che ribollivano sotto pochi Imperi, insurrezioni nazionaliste puntualmente represse, populisti con la mania di assassinare gli zar, buffi anacronismi come i servi della gleba russi, che rimasero vincolati alla terra fino all’infelice riforma di Alessandro II nel 1861. Benché non fosse il più moderno dei paesi, l’Austria di Francesco Giuseppe produsse tra la metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento una quantità incredibile di figure geniali, da Freud a Kafka, da Dvorak a Mendel.
E poi c’era lui, Francesco Giuseppe, il grande vecchio – uno dei regnanti più longevi in assoluto nella storia mondiale, padre di tre e forse quattro generazioni di austriaci. L’imperatore ha anche il fascino della figura tragica: il fratello ammazzato dai rivoluzionari messicani, il figlio (nonché erede al trono) che gli muore suicida, la moglie (la principessa Sissi) che oltre ad essere in esaurimento nervoso viene a sua volta ammazzata da un anarchico (italiano), fino ad arrivare al nipote (nonché nuovo erede al trono) Francesco Ferdinando, a cui sappiamo cos’è successo.

A leggere i romanzi di Joseph Roth sull’Impero asburgico – in primis il bellissimo La marcia di Radetzky, di cui ho parlato nella mia Classifica, ma anche La cripta dei cappuccini o La milleduesima notte – si ha l’impressione che nella mente degli austriaci l’impero non potesse mai avere fine. Fosse qualcosa di eterno, di dato e immutabile come il cielo sopra di noi, o il fatto che il sole sorga ogni mattina. Immaginate il trauma, quando è scoppiata la Prima Guerra Mondiale e poi è tutto finito. Ma era inevitabile che andasse così? E se qualcuno più previdente avesse trovato una soluzione alternativa?
Ricordo che lo stesso anno in cui leggevo Roth e seguivo un corso di Storia dei Paesi slavi (che in sostanza era sulla Russia prima della Rivoluzione d’Ottobre e sul suo rapporto con l’Ucrania – una figata), ero anche nel mio periodo di fissa con Philip K. Dick. E ricorderete di cosa si convinse Dick verso la fine della sua vita. Che noi non siamo davvero nel XXI secolo. Siamo ancora nel 70 d.C., intrappolati in un’illusione, orchestrata dall’Imperatore Romano per preservare in eterno il suo trono. Ecco, forse avete capito dove voglio arrivare…

Francesco Giuseppe

Questo è un uomo!

Di cosa parla: Avuto sentore, dopo i moti del 1848 e i tentativi di insurrezione indipendentista che da allora non si contano nel suo regno, che l’Impero Asburgico ha gli anni contati, Francesco Giuseppe è corso ai ripari. Le migliori menti dell’impero si sono messe all’opera per realizzare l’opera più ambiziosa nella storia dell’umanità: una macchina che fermi il tempo e renda eterno il regno di Francesco. La macchina ha preso la forma di un plastico della corte imperiale a Vienna, sul quale manichini in scala, che riproducono tutti i membri della corte, vengono mossi da un meccanismo e ripetono ogni giorno le stesse azioni.
Da 400 anni, nel mondo non succede più nulla di nuovo. Ribellioni continuano a scoppiare alla periferia dell’Impero, ma sono continuamente soffocate; i Confederati continuano a separarsi dagli Stati Uniti e puntualmente sono riannessi con la forza; in Russia, ogni nuovo zar è puntualmente assassinato dai populisti della Narodnaja Volja con una bomba gettata nella carrozza; e così via. I figli succedono ai padri, ma compiono le stesse azioni. Il progresso si è fermato. Solo Francesco Giuseppe vive ininterrottamente da 400 anni, reso immortale dalla macchina.
Ma l’imperatore non è felice. Il fatto che il suo regno non finisca mai ha avuto conseguenza che anche i suoi dispiaceri non finissero mai: continua a litigare con tutti i suoi figli maschi, che raggiunta una certa età puntualmente si suicidano; tutte le sue mogli sono finite nevrotiche, per poi essere pugnalate da sporchi terroristi; e così via.

Due sarebbero i protagonisti, i cui pov verrebbero alternati di capitolo in capitolo. Il primo è lo stesso Francesco Giuseppe. La sua infelicità e l’impossibilità di spiegarla agli altri membri della corte lo ha spinto tra le braccia della nascente disciplina della psicanalisi. Due volte a settimana si siede sul lettino nello studio di Otto Freud (un lontano discendente del primo teorico della psicanalisi, un vecchio moravo morto nel silenzio generale e di cui non si ricorda più nessuno) e comincia a parlare dei suoi problemi. Ma Otto Freud fatica a dargli una mano: è prigioniero della corte e sa che se offendesse in qualche modo l’imperatore finirebbe agli arresti.
L’altro è Aleksej, un populista russo rivoluzionario. La sua vita cambia una mattina, quando è appostato nei pressi del Palazzo d’Inverno, in attesa del passaggio della carrozza dello zar Alessandro XIX per farla saltare in aria. Ma all’ultimo momento, invece di lanciare la bomba nella carrozza, la tira in un vicolo, e lo zar sopravvive. Cosa l’ha spinto a mandare all’aria l’attentato? Lui stesso non è in grado di dirlo; sa solo che deve scappare dalla Russia, dato che la polizia e i suoi ex-compagni fanno a gara per linciarlo. Quel che è successo, è che per qualche ragione Aleksej è sfuggito alle maglie della macchina asburgica, è una scheggia impazzita libera dal circolo vizioso temporale creato da Francesco Giuseppe. E una serie di circostanze lo spingeranno a Vienna…

Narodniki

Quelli di Narodnaja Volja. Bravi ragazzi.

Come i precedenti, sarebbe un romanzo a metà tra il serio e il faceto, ma molto meno Bizarro. Sviluppi steampunk sarebbero teoricamente possibili (la stessa macchina ha un che di steampunk), ma più che di futuro “alternativo” mi piacerebbe realizzare un futuro immobile.
Non ho ancora in mente un finale, ma ci sono un sacco di possibilità interessanti. Dalla più melodrammatica, con un Francesco Giuseppe che in un raptus depressivo dà fuoco al plastico e si getta sulle fiamme; a una più inquietante-imprevedibile, con un Otto Freud che, venuto a conoscenza della macchina dall’imperatore, se ne impossessa e decide di sfruttarla per fare un po’ di esperimenti sociali (diventando così il “main villain”); a un bad ending in cui il rivoluzionario finisce con l’ammazzare l’Imperatore asburgico, ma non viene a conoscenza della macchina, sicché questa continuerà a intrappolarci in eterno; oppure, la mancata uccisione di Alessandro XIX potrebbe scatenare un effetto domino che vanifica l’azione della macchina, e quindi uno sviluppo della trama ancora diverso. Quante cose si potrebbero fare con questa ambientazione!
Perché l’ho mollato: Perché, come ogni romanzo storico (o fantastorico), richiede una mole di documentazione agghiacciante. Dal punto di vista della pura quantità, è quello dei tre che ne esige di più. Come si viveva nell’Ottocento, nell’Impero Austro-Ungarico così come in Russia, e poi biografie su Francesco Giuseppe e la vita alla sua corte; info su vestiti, costumi, cibi, tecnologie, etichetta, eccetera. Un lavoro immane. Senza una mano – ma anche tre o quattro – dubito che riuscirò mai a realizzare un progetto così ambizioso. Oppure sì, ma mi ci vorranno dieci anni. Come avrete visto dalla mole di parole che ci ho speso, dei tre progetti è anche quello che a pelle mi appassiona di più – vedremo.

Ovviamente, queste non sono le uniche idee che ho partorito in questi anni. C’era per esempio l’idea di un romanzo ambientato in un mondo che segue realmente le leggi della fisica aristotelica (e in particolare la teoria dei luoghi naturali e quella del primo motore immobile), giusto per vedere cosa succede; quella di un cyberpunk in cui la coscienza umana è manipolabile al punto che ciascuno di noi nasce come tre individui distinti, i cui corpi e le cui menti coordina in contemporanea, e che permettono di vivere in eterno in quanto la morte di uno dei tre individui dà la possibilità di riceverne uno nuovo in sostituzione; un’ucronia fantasy ambientata alla fine del V secolo, subito dopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente, in cui il punto di divergenza è la discesa degli angeli (quelli veri!) su Costantinopoli e la trasformazione dell’Impero Bizantino nella Città di Dio agostiniana; e così via. Ma si tratta di idee ancora più embrionali e ancora più difficili da realizzare.
Sto lavorando anche a progetti più concreti – e, per ora, più modesti di quelli che ho appena descritto – ma di quelli non parlerò fino a che non avrò completato quantomeno una prima stesura. Sempre che ci arrivi, dati i miei ritmi. Se penso a quando Gamberetta diceva che per diventare bravi a scrivere bisogna esercitarsi ogni giorno – anche poco, ma tutti i giorni – non posso che concludere di essere un pessimo scrittore.

Gamberetta doesn't approve.

Gamberetta doesn’t approve.

Spero comunque di avervi fatto venire un po’ di acquolina in bocca o almeno di avervi divertito. Mi sarebbe dispiaciuto portarmi queste idee nella tomba.

30 risposte a “Tre romanzi fikissimi che (forse) non scriverò mai

  1. Fantastiko! Mi ha divertito molto leggere le tre trame, forse anche più che leggere i romanzi immaginati: questo è un genere letterario che mi sconfinfera, un po’ come Centuria di Manganelli o le Vite di uomini non illustri di Pontiggia.

  2. Uooooh!! Due idee sono fighissime! 😀
    La prima e la terza, ovviamente. Non sono un fisico, non lo sarò mai, ho litigato con tutto ciò che richiede formule… Quindi le speculazioni di questa natura un po’ mi annoiano. ^^”
    Brutta l’ignoranza.
    In compenso il terzo “romanzo” sarebbe splendido, con una vena steampunk che non guasta mai e l’idea del tempo che si ripete e del “destino segnato” che mi intrigano moltissimo. Il primo…. Beh, sarebbe un capolavoro! 😀
    Vado abbastanza bene nella Storia delle Religioni, in particolare di quella Cristiana/Cattolica… Ma non sarei assolutamente un collaboratore adatto: sono disgustosamente incostante e anche un po’ pigro… Aggiungici il tempo che manca ed ecco qua! 😀
    Però, nel caso tu lo scrivessi e lo pubblicassi… Lo comprerei immediatamente! Giuro!

  3. Azz! Tutte trame dannatamente interessanti, quasi ipertrofiche nella quantità di roba messa dentro ^^ San tommaso lo vedo tuttomsommato bene nel ventunesimo secolo… Confrontato con tipacci come dun scoto, occam e Lutero è relativamente “aperto” per essere un uomo del medioevo ( se poi lo dice anche il nostro amato papa nazionalsocialista U__u)

  4. @Psicopompo:

    Non sono un fisico, non lo sarò mai, ho litigato con tutto ciò che richiede formule… Quindi le speculazioni di questa natura un po’ mi annoiano. ^^”
    Brutta l’ignoranza.

    Non voglio scrivere dell’hard sf. Le conoscenze tecniche sarebbero indispensabili a me che scrivo, non a chi deve leggere.
    Ciò che mi diverte da matti è l’idea di provare a prendere sul serio idee demenziali come quelle della terra concava e vedere cosa succede.

    Vado abbastanza bene nella Storia delle Religioni, in particolare di quella Cristiana/Cattolica… Ma non sarei assolutamente un collaboratore adatto

    Puoi sempre consigliarmi una bibliografia e poi me la sbrigo io.
    Bada: testi abbastanza “tecnici”, che diano dettagli concreti (es. spieghino le procedure ufficiali del Vaticano odierno), non massimi sistemi – quelli li conosco già.

    @Coscienza:

    San tommaso lo vedo tuttomsommato bene nel ventunesimo secolo… Confrontato con tipacci come dun scoto, occam e Lutero è relativamente “aperto” per essere un uomo del medioevo

    Starai scherzando spero?
    Ockham, come moltissimi pensatori della scuola di Oxford (da Ruggero Bacone in poi) erano molto avanti sui loro tempi. Molto più elastici e meno dogmatici nella visione del mondo; molti di loro già cominciavano a studiare la natura in modo del tutto slegato dalla teologia (ritenendo che Dio avesse creato un mondo capace di camminare sulle sue gambe). Ockham è un sostenitore dell’occasionalismo, cionondimeno credeva nella possibilità di spiegare gli eventi fisici facendo appello alla sola fisica, e rifiutava l’idea che gli “universali” fossero enti reali.
    Potrei essere d’accordo su Lutero, ma lui era un pensatore molto meno fine di Tommaso e sarebbe anche più banale a trasportarlo ai giorni nostri. Non voglio uno scismatico che faccia lo scismatico; voglio la quintessenza della dottrina cristiana che si ribella alla Chiesa moderna! ^-^

    Ciò detto, mi fa piacere che queste tracce vi vadano a genio!

    • Ma certo che contribuirei volentieri con ma bibliografia da consigliarti…spulcio un po’ la libreria e ti dico! 😉
      Sicuramente i documenti del Concilio Vaticano II li dovresti almeno guardare, c’è un sacco di roba interessante e si trovano facilmente. In realtà credo che il lavoro di documentazione più rognoso sia proprio quello sulla Chiesa moderna…

  5. Articolo divertentissimo!
    A partire dalle premesse, trovo i libri frammentati, pieni di scarti e idee anche solo abbozzate profondamente umani, ma perchè permettono sia alla fantasia sia alle difficoltà dell’autore di andare a fondersi nella grande costruzione trasparente. Tiziano Sclavi nel suo “Non è successo niente” incorpora un pezzo di un libro fittizio scritto dal protagonista, un libro fatto solo di incipit (sarebbe piaciuto a Gamberetta!), ed un’operazione di nidificazione che più sbilenca non poteva essere, ma che alla fine dei conti risultata davvero tanto comunicativa.
    A parte questo l’idea del romanzo sui santi resuscitati devo ammettere che è galvanizzante, permetterebbe di satireggiare e dissacrare a moltissimi livelli diversi, oltre che aprire scenari psicologici assai complessi.
    Un’idea del genere potrebbe condurre sia ad uno splatter-trash delirante come sia ad una fanta-distopia carica pathos. Per cui wow, complimenti, un’intuizione spettacolare.
    In ogni caso hai evocato tante di quelle immagini acute e originali in questo articolo che, anche se le recensioni passate non fossero bastate e convincermi della tua competenza, ora mi avresti definitivamente conquistato. Ti leggerò quando finirai qualcosa.
    Un saluto!

  6. Come ti capisco, quello della documentazione è sempre un enorme problema… Se c’è una cosa che mi ha sempre frenato dallo scrivere (oltre alla scarsa fiducia nei confronti delle mie capacità e alla paura di fornire altro materiale al Testaccio della letteratura) è la difficoltà, o meglio, l’enormità della documentazione necessaria per scrivere qualcosa di decente. La soluzione sarebbe forse fare come Valerio Massimo Manfredi, cioè scrivere su qualcosa che si conosce a menadito o per professione o per studi fatti… L’ovvio problema è che 1) così si restringe terribilmente il campo delle possibili ambientazioni 2) magari si è esperti in un certo campo ma si vuol scrivere di tutt’altro… In alternativa si potrebbe fare come Dickens, Austen, Tolstoij e compagnia bella e scrivere qualcosa ambientato nel proprio tempo e nel proprio mondo, con storie fatte da persone “normali”… Se però si vuole fare Fantasy o SF (e specialmente in questo secondo caso) è facile che l’ambientazione prescelta, più o meno originale, complessa o fantasiosa che sia, richiederà certo un minimo di documentazione su certi argomenti… Come hai detto anche tu, Tapiro, ci vuole tempo che non sempre si ha…
    Riguardo le tre idee, quella che mi attizza di più è l’Infelix Austria, ma immagino che una roba del genere sia molto difficile da sviluppare e da esporre. E soprattutto, ci sarebbe anche (o forse anche no) da spiegare come funziona la macchina ferma-tempo, macchina che sì sarebbe piacevolmente quasi steampunk ma di cui si dovrebbe pure capire come fa ad influire sullo scorrere del tempo…
    Le altre due idee invece così così… La prima più che altro perché non mi piace Tommaso d’Aquino, ma sono gusti miei personali e in sé per sé l’idea di un grande del passato che viene rievocato nel presente suo malgrado mi ricorda con piacere le (dis)avventure di Sir Daniel in Medievil; la seconda come ambientazione è buona, ma la cosa dei terroristi che vogliono distruggere il meccanismo e spegnere il sole è forse un po’ debole… Io ci metterei per il protagonista un conflitto molto più personale, del tipo che nella sua scalata al successo ci vanno di mezzo la famiglia, gli affetti, la propria dignità e così via… Ma se mai riuscirai a sviluppare lo stesso con buoni risultati l’idea terroristica mi piacerebbe comunque darci un’occhiata…
    Ah, scusa per la lunghezza del commento… Sono più logorroico di San Paolo… xD

  7. @Psicopompo:

    In realtà credo che il lavoro di documentazione più rognoso sia proprio quello sulla Chiesa moderna…

    E’ quello che avevo scritto anch’io.

    @Marv:

    Tiziano Sclavi nel suo “Non è successo niente” incorpora un pezzo di un libro fittizio scritto dal protagonista, un libro fatto solo di incipit (sarebbe piaciuto a Gamberetta!)

    Uhm, non sono sicuro di quest’ultima affermazione; e quanto al libro, non aveva già fatto la stessa cosa Calvino con Se una notte d’inverno un viaggiatore?

    Ti leggerò quando finirai qualcosa.

    Aspetta e spera ^-^’

    @Alexander:

    E soprattutto, ci sarebbe anche (o forse anche no) da spiegare come funziona la macchina ferma-tempo, macchina che sì sarebbe piacevolmente quasi steampunk ma di cui si dovrebbe pure capire come fa ad influire sullo scorrere del tempo…

    Meh: non sto scrivendo hard sf ma un fantasy, non avrei bisogno di spiegare come funzioni la macchina. Basterebbe mostrarla in modo convincente e affascinare il lettore: tanto nessuno dei personaggi-pov sa come funzioni (figurati: Francesco Giuseppe detestava la tecnologia, o almeno così si dice).

    la cosa dei terroristi che vogliono distruggere il meccanismo e spegnere il sole è forse un po’ debole… Io ci metterei per il protagonista un conflitto molto più personale, del tipo che nella sua scalata al successo ci vanno di mezzo la famiglia, gli affetti, la propria dignità e così via…

    A me invece piaceva l’idea di un protagonista assolutamente fuori di testa, in genere i protagonisti dei romanzi di genere sono sempre bravi ragazzi o alla peggio dei “vivi e lascia vivere”… Anche l’idea del carrierista che si rovina la vita è interessante, ma è già più inflazionata (soprattutto nel mainstream). Ci penserò. La cosa importante di questa traccia è l’ambientazione, poi tutto il resto si può cambiare a piacere.

  8. Bella l’ultima trama: spero che tu ne riesca a tirare fuori qualcosa.

  9. Mi piacciono un sacco tutte e tre, ma in effetti per scrivere un bel libro ci vorrebbe, per ognuno di loro, una mole di documentazione non indifferente…
    E’ che sono proprio fantastiche, ti rimangono in testa! Spero proprio che deciderai di sviluppare almeno una di queste trame.

  10. Adoro Borges *W*
    Secondo me Tommy si suiciderebbe. C’è un problema sul riportare in vita i santi: di che età li fai? Se li riporti in vita all’età in cui sono morti e sono morti di vecchiaia, dovrebbero morire di nuovo. Per fortuna ci sono i martiri.
    Mi piacciono di più le altre due idee, ma tutte e tre direi che sono molto interessanti.
    Mi piacerebbe anche quella dove scendono gli angeli, lo sai che ho un debole per la fantascienza religiosa.
    Dei luoghi naturali avevamo già parlato. Forse per quella non ci vorrebbe tutta questa documentazione.

  11. Nota informativa: Esiste già un romanzo (satirico) che tratta la teoria della terra concava con un sole in miniatura al suo interno. Scritto nel 1741 dal Barone Ludvig von Holberg con il titolo di “Niels Klim’s Underground Travel”

  12. @coniglietto:

    Secondo me Tommy si suiciderebbe. C’è un problema sul riportare in vita i santi: di che età li fai? Se li riporti in vita all’età in cui sono morti e sono morti di vecchiaia, dovrebbero morire di nuovo. Per fortuna ci sono i martiri.

    Con i prodigi della medicina moderna, dopo averli resuscitati, con qualche interventino, si potrebbe magari tenerli in vita per altri 10 anni. Oppure (soluzione più lamera, ma utilizzabile in mancanza di meglio) il rituale può anche farti ringiovanire un po’. Con un po’ di sforzo il problema lo si risolve.

    Dei luoghi naturali avevamo già parlato. Forse per quella non ci vorrebbe tutta questa documentazione.

    Meno; però in compenso bisogna capire Aristotele alla perfezione, e non è un lavoro da poco. E c’è il rischio che venga fuori una cagata pazzesca, quindi boh.
    Se non ricordo male avevamo parlato insieme anche di quella storia ambientata su un sistema triplanetario (con tre pianeti che ruotano su orbite incrociate e condividono lo stesso sole, e si influenzano al punto da essere in tidal lock reciproco – non so neanche se una roba del genere sia fisicamente possibile), ma poi non ne ho fatto niente. Troppa fatica.

    @Uriele:

    Nota informativa: Esiste già un romanzo (satirico) che tratta la teoria della terra concava con un sole in miniatura al suo interno. Scritto nel 1741 dal Barone Ludvig von Holberg con il titolo di “Niels Klim’s Underground Travel”

    Sono queste le cose che mi rendono felice di avere aperto il blog ;_;

    Riesci anche a procurarmelo? <.<
    Se ci riesci ti limono.

  13. Sono galvanizzato dalla sola idea che l’hai detto di tua spontanea volontà, perchè il testo è reperibile su “Project Gutenberg”.
    http://www.gutenberg.org/ebooks/27884
    Passo per la limonatura e scelgo il premio segreto, sperando che si trattaidi una copia di “Il fascio sulle stelle di Benito Mussolini” di Mongai

  14. Ps: No, non sono l’utente “Uriele”. Non era un refuso di battitura.
    Uriel, così al naturale.

  15. Belle idee, mi piace soprattutto la terza, che è probabilmente quella con l’ambientazione più seria da te proposta.
    Le prime due mi fanno sorgere delle domande:
    1. Se è possibile far risorgere i santi tramite un rito magico, e questa diventa una pratica diffusa, non sarebbe quindi provato in via (quasi) definitiva che Dio esiste, unificando finalmente il mondo sotto l’unica Vera religione? E i vari conflitti mondiali avrebbero ancora senso una volta provato che esiste la vita dopo la morte? La gente non si suiciderebbe in massa, o (visto che Dio condanna il suicidio) semplicemente smetterebbe di farsi la guerra e accetterebbe di vivere anche in miseria?
    2. Se il sole è stato messo lì dagli Ingegneri, vuol dire che in origine un sole non c’era? E se la vita si è sviluppata senza un sole (che è stato messo lì dopo che si era sviluppata già ad uno stadio avanzatissimo), perché spegnere il sole rappresenta un pericolo? Gli Ingegneri non ne potrebbero comunque fare un altro?

    Io mi ricordo che avevi tante altre idee fighe in testa, queste sono solo l’ascella del mignolo del pelo del naso del poro della punta dell’iceberg.

  16. @Uriel:

    Sono galvanizzato dalla sola idea che l’hai detto di tua spontanea volontà, perchè il testo è reperibile su “Project Gutenberg”.

    Be’, chi mi risparmia un po’ di fatica, anche mentale, è sempre gradito.
    Grazie!

    Passo per la limonatura e scelgo il premio segreto, sperando che si trattaidi una copia di “Il fascio sulle stelle di Benito Mussolini” di Mongai

    Ahahah… per quella mi sa che ti toccherà Amazon, non si scappa…

    Ps: No, non sono l’utente “Uriele”. Non era un refuso di battitura.
    Uriel, così al naturale.

    Sarai mica Uriel Fanelli!

    @Giovanni:

    1. Se è possibile far risorgere i santi tramite un rito magico, e questa diventa una pratica diffusa, non sarebbe quindi provato in via (quasi) definitiva che Dio esiste, unificando finalmente il mondo sotto l’unica Vera religione? E i vari conflitti mondiali avrebbero ancora senso una volta provato che esiste la vita dopo la morte? La gente non si suiciderebbe in massa, o (visto che Dio condanna il suicidio) semplicemente smetterebbe di farsi la guerra e accetterebbe di vivere anche in miseria?

    Posso giocarmela in tanti modi.
    Tanto per cominciare, un rito magico di per sé non prova proprio nulla circa la religione cristiana. Inoltre la Chiesa potrebbe (all’inizio) rifiutare di riconoscere in lui il vero Tommaso. Tommaso potrebbe non ricordare com’era la sua esistenza da morto, il che potrebbe significare che i vivi non possono ricordare la morte oppure che davvero l’aldilà non esiste: il problema rimarrebbe irrisolto.

    2. Se il sole è stato messo lì dagli Ingegneri, vuol dire che in origine un sole non c’era? E se la vita si è sviluppata senza un sole (che è stato messo lì dopo che si era sviluppata già ad uno stadio avanzatissimo), perché spegnere il sole rappresenta un pericolo? Gli Ingegneri non ne potrebbero comunque fare un altro?

    Chi lo sa. Magari gli Ingegneri esistono da sempre. Magari il mondo è stato creato così (simpatica unione di misticismo e scienza ingegneristica). Magari il Sole prima stava in piedi da solo, ma ormai è vecchio e ha bisogno di sostegno…

    Io mi ricordo che avevi tante altre idee fighe in testa, queste sono solo l’ascella del mignolo del pelo del naso del poro della punta dell’iceberg.

    Qualcuna non mi piace più, qualcuna ci vorrebbe troppo tempo a spiegarla, le altre non me le ricordo più…

  17. Qualcuna non mi piace più, qualcuna ci vorrebbe troppo tempo a spiegarla, le altre non me le ricordo più…

    Quella di cui mi avevi parlato al pub che stavi scrivendo l’hai interrotta? Alcune vecchie parecchio stimolanti ce le ho salvate in una conversazione di Messenger che custodisco gelosamente nella mia cartella documenti, nel caso un giorno volessi ingaggiarti come sceneggiatore! :3
    Per realizzare quelle idee di fantascienza però avrei bisogno di un budget GRANDE COSI’! \>.</

  18. Quella di cui mi avevi parlato al pub che stavi scrivendo l’hai interrotta?

    No, ma quella è una delle trame a cui sto lavorando in modo serio, quindi è top secret.

    Alcune vecchie parecchio stimolanti ce le ho salvate in una conversazione di Messenger che custodisco gelosamente nella mia cartella documenti

    Bastardo.
    So già che se diventassi un Grande Scrittore Istituzionale, tu saresti l’amico paraculo che dopo la mia morte invece di bruciare tutto il materiale inedito lo manderebbe a una casa editrice per fare le edizioni postume.

    Per realizzare quelle idee di fantascienza però avrei bisogno di un budget GRANDE COSI’! \>.</

    Tu intanto vedi di far carriera, che sei il mio contatto nel mondo del cinema internazionale.

  19. Eh no, nemmeno Fanelli. Che la cosa suona quasi come un insulto.

  20. Bastardo.
    So già che se diventassi un Grande Scrittore Istituzionale, tu saresti l’amico paraculo che dopo la mia morte invece di bruciare tutto il materiale inedito lo manderebbe a una casa editrice per fare le edizioni postume.

    E certo.
    I tuoi bambini mi ringrazieranno.

  21. Cribbio, Tapiro, ti giuro che io avrei comprato volentieri questi libri. Normalmente non leggo questo genere di storie ma queste trame sono così variegate ed interessanti! Mi ha attirato particolarmente quella di San Tommaso redivivo e l’ultima sull’impero austro-ungarico, più che altro perché la stiamo studiando in questo periodo in classe (ed ho preso cinque e mezzo nella verifica). Non è un periodo storico che m’attira particolarmente, però ripeto la trama è intrigante già così.
    Riguardo la documentazione per le storie… Ahimè, è croce e delizia d’ogni scribacchino che si rispetti. Personalmente sono così piena di libri sul medioevo e di siti fra i preferiti di esperti in materia che ancora un po’ e andrò in giro a urlare preghiere in latino insieme a frasi come “MILLE E NON PIU’ MILLE!”, “LA PESTE NERA E’ UNA PUNIZIONE DIVINA, PENTITEVI E FLAGELLATEVI!” et similia.
    Però è comunque molto interessante, almeno per cultura personale, interessarsi degli argomenti di cui ci si dovrebbe interessare per fare le trame da te inventate

  22. Anonimo Qualsiasi

    Sono appassionato anch’io di letteratura e storia della Mitteleuropa nel Secolo degli Imperi. Roth è certamente il mio autore preferito!
    Se volessi prendere in mano il progetto di Austria Infelix, per me non sarebbe affatto un peso ricercare documenti e informazioni relative, visto che lo faccio già, sporadicamente, per hobby.
    We need more Kakania!

  23. @Anonimo: E aggiungerei, long live Molvania!

    Ciò detto, i tempi di gestazione saranno sicuramente lunghi. Facciamo così: come prima mano che potresti darmi, mi consigli dei bei testi (sia di ampio respiro che più specializzati) sull’Impero Asburgico dalla Restaurazione alla Prima Guerra Mondiale e sulla figura di Francesco Giuseppe? Così comincio a farmi un’idea.

  24. Anonimo Qualsiasi

    Purtroppo fra le mie letture già acquisite sull’Impero Austriaco, i saggi (quelli davvero interessanti e documentati) sono la minoranza. Buona parte di quello che so l’ho filtrato dai romanzi degli autori del tempo.

    Comunque, quel poco che mi sento di poterti consigliare caldamente, eccolo qui:

    sull’esercito austriaco, dalle guerre napoleoniche al primissimo post-Restaurazione, “Gli eserciti delle guerre napoleoniche” dell’Editrice Goriziana, mentre per la battaglia di Solferino c’è “L’altro crinale” di Cipolla e Dusi, i quali si occupano anche di come funzionassero la censura e la propaganda imperiale.

    Di sicuro ti consiglio “Requiem per un Impero defunto” di François Fejtò, che è stato il primo libro sull’Austria-Ungheria che letto, ancor prima di scoprire i romanzi. La tesi dell’autore è che l’Impero non si sia disgregato fatalisticamente, ma sia stato fatto saltare per gli interessi geopolitici della Francia, per le promesse radicali estorte alla Gran Bretagna e per la presunta impossibilità di poter staccare l’Austria dall’orbita germanica (il tutto condito con la propaganda dei massoni francesi).
    Benchè l’oggetto del saggio sia la dissoluzione dell’Impero, quasi metà del libro è dedicata a tracciare la storia dei popoli (dagli ungheresi ai belgi, passando per gli ebrei, i ruteni e gli slovacchi) dell’Austria-Ungheria e dei loro rapporti con Vienna e la monarchia.

    Di sicuro hai già letto “Il Secolo degli Imperi” di Hobsbawm, o perlomeno lo avrai nella tua libreria. 😛

    Su Francesco Giuseppe non credo di saperne molto più di te. Ho sempre pensato che, benchè sia una delle mie figure storiche preferite, leggere una sua biografia mi avrebbe annoiato a morte. Quell’uomo era la routine incoronata. Quindi non so indicarti una biografia che sia migliore delle altre.

    Due libri che presumo siano importanti per il periodo che vuoi affrontare, ma che devo ancora leggere, sono “L’esercito di Francesco Giuseppe”, sempre della Goriziana, e “A History of the Habsburg Empire” di Robert Kann in inglese: http://books.google.it/books?hl=it&lr=&id=XavXBlL74ScC&oi=fnd&pg=PR11&dq=The+multinational+empire+kann&ots=ICJYiNf8Mw&sig=AhcHzNRONw3uIp_1kTvbKEgazdg#v=onepage&q&f=false

    Se dovessi ricordarmi qualcos’altro, te lo farò sapere. All’università ho la fortuna di avere un compagno di corso con la mia stessa passione storico-narrativa: se per te va bene, controllo se ha conoscenze più approfondite delle mie e se magari può essere interessato a dare anche lui una mano.

  25. @Anonimo: Hobsbawn ce l’ho ma non l’ho letto; cominciare da lui mi sembra una buona idea. Ho dato un’occhiata al libro di Kann e in effetti sembra una figata – una lettura obbligata almeno per gettare le basi di quella che è la storia dell’Impero, dalla nascita alla fine.
    Darò un’occhiata anche agli altri.

    In ogni caso grazie^^ E’ un inizio!

  26. Bellissime trame! Sopratutto l’ultima.
    Per la seconda l’ingegnere che è in me ha iniziato a gemere (non tanto per la gravità quanto per la fisica dei materiali necessari a gestire un sole e per le reazioni nucleari senza espansione del “piccolo sole”).

    Ammetto che anche io sono stato tentato dalla terra cava, ma nella mia ipotetica idea lasciavo stare la parte del “sole dentro” dandola per assodata (sarebbe ambientato in un 700 o 800) e mi concentravo sulla scoperta fatta dalla prima trivellazione di profondità che ha portato a scoprire che “sottoterra” c’è decisamente qualcosa che non ci si aspettava.

  27. @nicholas:

    Per la seconda l’ingegnere che è in me ha iniziato a gemere (non tanto per la gravità quanto per la fisica dei materiali necessari a gestire un sole e per le reazioni nucleari senza espansione del “piccolo sole”).

    Uhm… ingegnere hai detto, eh?
    Potrebbe essere l’inizio di una splendida amicizia ^-^

    Mettiamola così: se avessi voglia di mettere mano a questa storia, potrei contare sul tuo aiuto per dargli una patina science-fantasy? Cioè per cercare, fin dove possibile, di rendere plausibile questo mondo, posti per assunti gli elementi di partenza dichiaratamente non-scientifici?
    Per quanto riguarda il sole, potrebbe non essere un “sole” nel senso letterale del termine, ma di qualcosa che illumina e appare proprio come un sole pur non essendolo (ha delle dimensioni impossibili per una stella, inoltre come ho detto gli ingegneri gli fanno una regolare manutenzione).

    Ammetto che anche io sono stato tentato dalla terra cava, ma nella mia ipotetica idea lasciavo stare la parte del “sole dentro” dandola per assodata (sarebbe ambientato in un 700 o 800) e mi concentravo sulla scoperta fatta dalla prima trivellazione di profondità che ha portato a scoprire che “sottoterra” c’è decisamente qualcosa che non ci si aspettava.

    Le “storie di scoperta” non mi fanno impazzire, fanno troppo mystery ottocentesco. Preferisco storie di ambientazione pura, che cominciano già nel mondo strano con protagonisti perfettamente integrati in esso.

  28. Nei limiti delle mie competenze ti aiuto volentieri, però non sono in grado di immaginare un intero sistema solare interno.

    Secondo me al di là della fisica necessaria a reggere il tutto io mi concentrerei su come funziona questo sole, potrebbe benissimo essere un sole meccanico.

    Ogni cosa che scalda si espande e quindi ci va una forza per mantenerla stabile, se non possiamo contare sulla gravità (troppo piccolo) si possono pensare dei campi magnetici, magari sviluppati dagli ingegneri stessi.

    Cmq non voglio zupparti il blog di commenti, se vuoi la mia mail è nicholas punto eyl chiocciola gmail punto com

    come detto se ho la risposta a qualche tuo quesito nessun problema.

  29. Cmq non voglio zupparti il blog di commenti, se vuoi la mia mail è nicholas punto eyl chiocciola gmail punto com

    OK, te la sei andata a cercare ^-^

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