E quindi uscimmo a metter le stelline, o: consigli per gli acquisti

Stellina Super Mario“Tu quante stelline gli dai? Io tre e mezzo, max.”
“Quattro, dai…”
“Naaaah. Non arriva a quattro. Fight Club è da quattro, e questo non è all’altezza di Fight Club.”
“Be’, però era bello…”
“Sì, ma non da quattro stelline. Era bello da tre e mezzo.”
Lo so, è molto stupido. Sono in riabilitazione da anni. Ma ormai è diventata un’abitudine: quando usciamo dal cinema, la prima domanda dopo “piaciuto? / non piaciuto?” è “allora, secondo te quante stelline?”. Ce l’ha attaccata anni addietro la ragazza dell’epoca di un mio amico. La ragazza è uscita di scena, ma le stelline sono rimaste.
A quei tempi Amazon non era ancora arrivato in Italia, non avevo mai sentito parlare di Goodreads e Anobii muoveva i suoi primi passi. Le stelline erano quelle che si trovavano sulle mini-recensioni del Corriere, sulle rubriche prezzolate di D’Orrico e Genna, sui dizionari del cinema. Valevano quello che valevano, cioè niente. Ma riuscivano a muovere spettatori e lettori – o almeno, un certo tipo di spettatori e lettori con velleità intellettuali.
I lit-blog sono arrivati dopo.

Subito prima di Natale, il buon Taotor ha scritto un articolo sui lit-blogger in cui a un certo punto mi tirava anche in ballo. Con “lit-blog” – termine che mi fa abbastanza sorridere perché tenta di darsi importanza quando di importanza non ne ha – si intendono proprio gli spazi come Tapirullanza: blog (sia scritti, sia video-blog su Youtube) che si occupano di letteratura, e quindi, di norma, di recensioni di libri. Ci sono tanti tipi di lit-blogger: quelli che lo vivono solo come un hobby da condividere con gli altri e quelli che tentano di costruirci sopra una carriera; quelli che, come me, evitano contatti con le case editrici, e quelli che invece su questi contatti ci speculano sopra.
Conosco da tempo l’abitudine di alcuni blogger di farsi mandare gratis libri da qualche casa editrice per poi recensirli positivamente; almeno da quando, ancora nel 2008 o 2009, Gamberetta raccontava su Gamberi Fantasy delle offerte fattegli da questa o quell’altra, e da lei rifiutate perché evidentemente aveva l’ambizione di essere qualcosa di più di un leccaculo prezzolato. In genere funziona così: tu hai un blog in cui fai recensioni di libri, e ti sei ritagliato una nicchia di lettori che ti leggono e commentano. Un bel giorno ti arriva la mail di un PR di una casa editrice – di norma molto piccola, a meno che tu non muova davvero tante visite, e di certo non è il mio caso – che ti dice che ha visto il tuo blog, che è fatto molto bene, che le tue considerazioni sono acute e divertenti, che siete sulla stessa linea d’onda, e conclude chiedendoti se vorresti ricevere aggratis uno dei suoi libri appena usciti. La proposta, fate attenzione, è apparentemente non impegnativa: l’editore ti propone il libro e ti suggerisce che, se ti piace, potresti in caso scriverci una recensione positiva.

Gone Girl

“Quante stelline hai detto che mi dai scusa…?”

L’accordo di scambio rimane tacito, ma è molto evidente. Certo non ti stanno regalando un libro per altruismo. Il meccanismo che si innesca è riassunto molto bene da Taotor:

meccanismi psicologici elementari come la dissonanza cognitiva portano inevitabilmente a far parlare più o meno bene del prodotto. “Beh, me l’hanno regalato, come minimo ne parlo bene per ricambiare il favore”.

Anche a tenere a freno l’impulso emotivo e a ragionare a mente fredda sulla proposta fatta, è chiaro che non ci sono molte scappatoie. Mettiamo che accetto e che mi mandano il libro; se è bello tutto a posto, ma se fa cagare? Come reagisco? Potrei, in nome della mia etica di recensore, scriverne una recensione negativa: ma oltre a essere messo in difficoltà dal fatto che questo libro che sto cassando non l’ho comprato coi miei soldi ma me l’hanno regalato, è chiaro che romperò tutti i rapporti con l’editore. “Ma come, noi ti regaliamo un libro e tu ce lo stronchi?”.
Oppure potrei non recensirlo affatto. Ma in quel caso, dovrei accettare che ho buttato via il mio tempo: ho letto un libro che non mi è piaciuto e che probabilmente non avrei mai letto se non me l’avessero offerto, senza guadagnarci nulla. Nemmeno in termini di buone relazioni con l’editore, perché a che serve continuare a mandare libri gratis a uno che poi sta zitto e non te li recensisce?
Risultato:

Scorro i post, le recensioni dei romanzi ricevuti gratis non hanno valutazioni inferiori a 4/5. Che è come quando mi invitano a pranzo e se il pasto è insipido e mi chiedono com’è dico che ha un gusto delicato, se è salato dico che è molto saporito.

Dato che un blogger che riceve questi “regali” è portato o a fare una recensione positiva, o al massimo a non fare nessuna recensione, questo è l’unico tipo di recensioni che leggeremo. Ossia: articoli non attendibili per definizione. Per questo, pur essendo ad esempio in ottimi rapporti col Duca, non mi faccio mandare le uscite di Vaporteppa ma le compro io quando voglio io: non solo perché trovo giusto supportare economicamente il progetto, ma soprattutto per mantenere piena indipendenza in quello che faccio. Questo – unitamente a un metodo di valutazione il più oggettivo possibile – è l’unico approccio ragionevole per gestire un blog onesto e affidabile.

Pyramid Head Happiness

Ragionevolezza e affidabilità.

Di conseguenza la domanda diventa: come fare a trovare consigli di lettura attendibili, se non posso fidarmi di questa gente? La discussione è proseguita nei commenti, coinvolgendo anche la valutazione in stelline. Giustamente Angra nota che il sistema delle stelline è inutile: dato che il significato delle stelline è completamente arbitrario, quando andiamo a leggere “quante stelline” ha un libro o un film di fatto non acquisiamo alcuna informazione. Non sappiamo cosa significhino quelle stelline.
Se l’amico con cui sono andato al cinema mi dice che per lui Gone Girl merita quattro stelline, aldilà della stupidità della conversazione l’informazione può avere un valore: conosco il mio amico da tempo, so come valuta le cose, e il suo dirmi “quante stelline” può essere una sintesi efficiente del suo giudizio. Ma il recensore sconosciuto che dà 5 stelline alla nuova trilogia di VanderMeer su Amazon o Anobii o Goodreads potrebbe essere chiunque: uno di manica larga che dà 4 o 5 a tutti, uno che ha amato il libro alla follia perché in genere non va mai oltre il 3, uno scrittore agli esordi che spera di essere notato da VanderMeer con il suo giudizio positivo. Il libro di VanderMeer potrebbe essere il primo romanzo di science-fantasy che legge nella sua vita, e quindi tutto è nuovo e meraviglioso per lui; oppure potrebbe essere un navigato lettore di genere, e il romanzo un’effettiva ventata di novità e inventiva nel panorama del fantastico. Cercare qualcosa da leggere o regalare basandosi sulle stelline è chiaramente del tutto inutile.

Se però togliamo lit-blogger e stelline, come recuperare informazioni utili all’acquisto? Ho già scritto qui e là, in passato, dei metodi che adotto io; ma vale la pena riassumerli.
In una prima fase, bypasso completamente i giudizi di valore e vado per argomenti e autori. Ho voglia di bel low-fantasy di ambientazione storica, o una space opera nel Sistema Solare (la cosiddetta Near Future Space Opera), o di un urban fantasy con le fatine, o di una speculazione sulla terraformazione di Marte? I siti dove trovo le migliori informazioni di partenza sono quelli che aggregano liste ed elenchi, come Worlds Without End: dalle nomination ai vari premi di fantasy e fantascienza, a tutte le uscite di collane antologiche come i Masterworks della Gollancz, c’è una miniera di dati su cui lavorare. Una mano ce lo dà anche il sistema di profilatura degli store e dei social: il “chi ha acquistato questo articolo ha acquistato anche…” di Amazon, o il “I tuoi amici hanno giocato anche a…” di Steam, è una delle migliori idee commerciali degli ultimi anni.1

Meanwhile at Valve

Cercare per autore è forse la cosa più utile in assoluto. Ogni autore ha una sua area di expertise in cui tenderà a tornare nei suoi vari romanzi, e se mi piace uno dei suoi libri è facile che mi piaceranno anche gli altri. Paolo Bagicalupi è specializzato in fantascienza sui disastri ecologici e le loro conseguenze, e di recente, sulla scia di Cory Doctorow (Little Brother, Homeland), si è dato allo Young Adult intelligente. Charles Stross scrive soprattutto speculazioni near-future, in particolare su sistemi informatici e intelligenze artificiali. VanderMeer scrive urban fantasy e science-fantasy con un approccio più vicino alla literary fiction e al realismo magico, che non alla narrativa di genere. Catherynne Valente (Palimpsest, la serie di Fairyland) scrive fiabe surreali ed è pesantemente literary.
Cercare per autore significa una distinzione non solo in termini di contenuti, ma anche in termini di prosa. So ad esempio che VanderMeer, di norma, è introspettivo, lento come la fame e depressivo; Lauren Beukes invece (Moxyland, Zoo City) è pop, ruvida, tutta azione; Stross scrive da uber-nerd e a volte è al limite dell’illeggibile. A seconda di che tipo di prosa ho voglia (o sono in grado di tollerare), sceglierò un autore diverso. E se non ho mai letto niente dell’autore? Un estratto gratuito (se disponibile) o scaricarmi la versione pirata (se esiste) risolve in fretta la questione.

E se il libro non è per me, ma è un regalo, come nel caso di Taotor? In realtà si tratta di un falso problema. L’approccio è sempre lo stesso: sapere quali sono i gusti della persona, e regalarle qualcosa in accordo con quei gusti, come faremmo per noi stessi. L’unica difficoltà consiste a quel punto nell’assicurarsi che il libro in questione non ce l’abbia già. Se si tratta di un amico o parente, bisognerebbe conoscerlo abbastanza da avere un’idea dei suoi gusti. Se non ce l’abbiamo, bisogna tastare il terreno con gli altri amici e parenti. Se non ne abbiamo idea e nessuno è in grado di aiutarci, significa che il nostro rapporto con questa persona è così superficiale che regalare un libro non è probabilmente una buona idea.
E se è una persona che legge poco, uno-due libri all’anno, perlopiù la roba famosa che leggono tutti? L’approccio è ancora lo stesso. Se è una persona con pretese intellettuali, le si prende un libro nella classifica del Corriere. Se queste pretese non le ha, allora si può andare sereni a spulciare le classifiche dei best-seller e regalarle qualcosa coerente con la sua fascia di età. Non è importante che poi gli piaccia o meno. Se parliamo di qualcuno che legge uno-due libri famosi l’anno, allora è il tipo di persona che usa i libri come argomento di conversazione (“ah, sì, l’ho letto”, “noooo, devi assolutamente leggerlo anche tu!”, “mah, a me non ha detto niente”) e non come esperienza di piacere. Il puro possesso del libro gli darà più soddisfazione del leggerlo.

Nuovi autori

Lauren Beukes, Cory Doctorow, Catherynne Valente

Ma mettiamo che il libro invece è per noi. Siamo sopravvissuti al Natale anche quest’anno e vogliamo farci un bel regalo. Dopo le nostre prime ricerche abbiamo identificato tre o quattro libri che ci interessano. Ma il tempo è quello che è, riusciamo a leggere solo qualche libro al mese, e comunque quando non si trovano su Library Genesis costano. Come scegliamo il nostro uomo? Qui rientrano in gioco le stelline!
Benché non utili di per sé, le stelline sono un ottimo strumento di indicizzazione. Raccolgono in sottoinsiemi quelli che hanno amato il libro, quelli a cui è piaciuto così così e quelli a cui ha fatto cagare. Il mio approccio è questo: vado alla scheda del libro su Amazon US e mi apro le recensioni con voto “3/5”. E me le leggo. Di norma le recensioni con tre stelline sono tra le più equilibrate, perché hanno abbastanza lucidità da aver individuato sia “pro” che “contro” dell’opera, e quindi sono un ottimo punto di partenza. Quando ne ho lette quattro o cinque (ammesso che ce ne siamo così tante), in genere tra l’una e l’altra sono già emersi degli elementi ricorrenti. Sulla Southern Reach Trilogy di VanderMeer, per esempio, continuano a ricorrere questi commenti: è un horror dal sapore lovecrafiano; il ritmo è lentissimo, nel secondo e terzo libro succedono anche meno cose che nel primo; molti misteri rimangono irrisolti; la prosa è molto “materica”, crea immagini vivide; è cerebrale.
Dopo aver letto un po’ di recensioni “medie”, posso passare a leggermi quelle con voto “4/5” e “2/5”. Troverò gente che loda il libro in modo più sperticato o lo sprofonda nella merda – ma, di norma, queste diverse valutazioni sono fatte partendo dagli stessi elementi. Anche qui troverò scritto: il ritmo è lento (ma ad alcuni piace moltissimo, altri invece lo odiano), i misteri rimangono irrisolti (geniale! per alcuni, fregatura! per altri), e così via. Tenete presente che il punteggio medio finale del libro è del tutto irrilevante: conta solo quante volte ricorrano nelle recensioni gli stessi pregi, gli stessi difetti, gli stessi commenti.

Alla fine mi sono fatto un’idea abbastanza precisa di cosa troverò nell’opera, pur evitando gli spoiler. La quantità di recensioni mi permette di eliminare le bias individuali e i rumori di fondo, per concentrarmi sugli elementi ricorrenti.2 Non importa che io concordi o meno con i vari recensori. Non importa nemmeno che le stelline di per sé abbiano un significato nebuloso. L’importante è che, partendo dall’indicizzazione per stelline, sono arrivato a un’idea di com’è fatto il libro, e quindi di quante probabilità ci siano che piaccia a me in questo momento. Ecco quindi a cosa servono le stelline, ed ecco come io decido quale prossimo libro leggere. Alla fine ho comprato Annihilation e l’ho letto, con un’idea approssimativa di ciò a cui stavo andando incontro. E anche questa volta – come quasi sempre – la lettura ha confermato quell’idea approssimativa: nel libro ho ritrovato quello che già molti altri recensori avevano, positivamente o negativamente, riscontrato.
In tutto questo, i blog di narrativa svolgono la stessa funzione: aggiungere una voce al coro, su cui fare la media. Anche il mio. Non accontentatevi di me che dico che The Deep di Crowley – libro relativamente oscuro – è interessante e originale. Andate su Amazon o dove volete, e mediate la mia valutazione con l’opinione degli altri.

Download a Bear

E ricordate: scaricare è come rubare!!

Tutto questo per dirvi che sì, parlerò prossimamente della Southern Reach Trilogy di VanderMeer. E anche di altri autori citati qui e là nel corso dell’articolo.
Ma anche che ho cambiato il sottotitolo del blog: non è più una vetrina di libri curiosi, ma “Una vetrina di narrativa curiosa”. Tapirullanza era nato per ospitare solo libri, ma nel corso di questi anni mi sono occupato di film, di anime, di videogiochi. Stupido, del resto, è limitarsi ai soli libri, dato che tutti questi sono medium narrativi. Il libro non è un oggetto di culto, così come il profumo della carta non è un allucinogeno (benché per alcuni sembri esserlo); questo mio spazio è dedicato a quanto di interessante esiste in ogni tipo di narrativa. E anche i suggerimenti che ho dato oggi riguardo ai libri, valgono ovviamente per ogni forma di narrativa.

E comunque sia: se Fight Club è da quattro, Gone Girl è tre stelline e mezzo. Max.


(1) Il sistema forse in assoluto più efficace è proprio lo slideshow sulla home page del negozio di Steam, grazie al quale ho comprato diversi bei giochi indie. Credo che il trucco di Steam consista in due features:
1. Un sistema di tag migliore rispetto a quello degli altri store. I tag non sono imposti dall’alto, ma creati dalla stessa comunità: tanti più utenti applicano un certo tag a un articolo, tanto più quell’articolo sarà taggato in quel modo. Di conseguenza, su Steam c’è una grande quantità di tag e al tempo stesso – dato che solo i tag più ricorrenti appaiono – una maggiore precisione nell’identificare (e catalogare) ogni articolo. E dato che la nostra profilatura viene fatta in base ai tag che visitiamo più spesso, questo significa una maggior precisione nell’identificare i nostri gusti.
2. La possibilità di indicare non solo gli articoli che ci piacciono, ma anche quelli che non ci piacciono.
Questi due elementi permettono a Steam di definire meglio i nostri gusti, e quindi di fare una miglior scrematura quando “sceglie” che giochi mostrarci nello slideshow.Torna su


(2) Il problema rimane quando il libro ha una circolazione molto limitata e anche in inglese si trovano poche recensioni. In quel caso, potete essere voi i pionieri: correre il rischio, leggere il libro e poi aggiungere voi la vostra recensione per rendere più facile la decisione a chi verrà dopo di voi.Torna su

19 risposte a “E quindi uscimmo a metter le stelline, o: consigli per gli acquisti

  1. La strategia del leggere le recensioni con voti “medi” la uso anche io, ma a meno che non sia molto interessato al romanzo, ne leggo solo un paio e via. La mia esperienza su Goodreads mi suggerisce che le recensioni non valgono praticamente nulla. Il dubbio è che gli utenti di un social del genere possano essere in prevalenza “biased” dalla maniera in cui percepiscono sé stessi (che è un modo complicato per dire che si credono delle gran “coccie” ma non ci capiscono nulla di narrativa, per cui sparano a raffica 5 stelline sperticandosi in lodi insensate, o al contrario rifilano 1 o 2 stelline per fare gli snob, e la media risultante è solo un inutile punteggio medio).
    Con questo non intendo dire che sia necessario un test d’ingresso selettivo per scremare “chi ne capisce” e “chi non ne capisce”, ma semplicemente che, per quanto mi riguarda, le recensioni sui social sono utili “come i capezzoli su un’armatura” (cit.). Per questo preferisco orientarmi verso le raccomandazioni di GR e tentarmela (basta leggere sinossi e prime righe per capire), o meglio ancora attraverso le recensioni su qualche blog (a patto che il blogger abbia una dignità, if you know what I mean).

    Curiosamente, su Amazon leggo le recensioni negative per i prodotti. Questo Natale la mia ragazza doveva comprare un cellulare, e abbiamo esaminato video review, pareri sugli store ecc. Alla fine abbiamo trovato uno store online (gli Stockisti) che aveva feedback positivi (4,5 stelle), ma i commenti negativi erano tutti sulla stessa linea (non rispondono subito alle mail, il sigillo del prodotto era aperto, il corriere ha lasciato il pacco sul marciapiede, ecc.). Alla fine abbiamo optato per questo store, comprando un Lumia 630 a 86€ (con la morte nel cuore, da linux user, devo dire che è stata la scelta giusta), e nonostante la neve (che al sud non si vedeva dall’87), il corriere ce l’ha fatta, e tutto è andato bene. Si è scoperto insomma che i feedback negativi, nella migliore delle ipotesi, corrispondevano a eccezioni straordinarie, e nella peggiore erano state scritte da cerebrolesi. Purtroppo è frequente anche coi romanzi.

  2. @Taotor:

    La mia esperienza su Goodreads mi suggerisce che le recensioni non valgono praticamente nulla. Il dubbio è che gli utenti di un social del genere possano essere in prevalenza “biased” dalla maniera in cui percepiscono sé stessi (che è un modo complicato per dire che si credono delle gran “coccie” ma non ci capiscono nulla di narrativa, per cui sparano a raffica 5 stelline sperticandosi in lodi insensate, o al contrario rifilano 1 o 2 stelline per fare gli snob, e la media risultante è solo un inutile punteggio medio).

    Non frequento Goodreads e quindi non conosco l’ambiente, ma ho passato del tempo su Anobii e penso di avere un’idea dei tipi di persone che scrivono su questi social.
    Invece mi trovo molto bene con Amazon – o almeno in quelle americana e britannica – dove, forse perché si tratta di un canale di vendita senza pretese culturale, mi sembra che la gente esprima pareri più onesti e meno filtrati. Anche lì le teste di cazzo non mancano, ma tendono a “sparire” nel mare di altri commenti. Per mia esperienza, le considerazioni più ricorrenti in queste recensioni corrispondono a quello che poi trovo leggendo il libro.

    Per questo preferisco orientarmi verso le raccomandazioni di GR e tentarmela (basta leggere sinossi e prime righe per capire), o meglio ancora attraverso le recensioni su qualche blog

    Faccio del mio meglio 😛

    • Tra parentesi, GR è americano, non mi pare che esista in italiano, ed è (purtroppo?) affiliato ad Amazon.
      A questo proposito sto facendo una specie di esperimento (bugia, non c’è nulla da scoprire, si sa già tutto) su ciò che Zwei aveva già denunciato anni fa relativamente ad Anobii, ovvero le pseudo-strategie di marketing di case editrici che sfruttavano account fake per pompare di stelline opere scarse. Sto leggendo una schifezza di fantasy buono per il fuoco per riderci su in un post trolloso la settimana prossima, che ha una valutazione globale medio-alta, ma una sfilza di recensioni dettagliate da 1 sola stellina (anche dai lettori più “buonisti” o ingenui); come se non bastasse, la saga è giovane, e credo ancora in corso, siamo a quota 17 volumi o giù di lì. Mi sembra un ottimo spunto per riproporre i post di Zwei. O Anobii o Goodreads, a quanto pare ogni mondo è paese. :-/

  3. Boh, io tutto questo tempo per fare lettura selettiva delle recensioni non ce l’ho. Mi scelgo qualche sito che so avere gusti simili ai miei (Tapirullanza per i libri, RPS per i videogiochi indie, /co/ per i fumetti) e spesso pesco da lì. Se mi va male amen, è un argomento di conversazione in più con l’amico blogger di turno – il che mi ricorda che dovrei fare un approfondito commento sul quanto a me abbia fatto schifo Rogue Moon.

    Parlando di stelline e narrativa, ne approfitto per segnalare questo sito sui fumetti che risolve il problema minimizzando il numero di stelle: un fumetto fa schifo, è ok o è una buona lettura, senza mezzi termini. È pieno di liste ordinate e buone raccomandazioni :3
    http://goodokbad.com/

  4. @Taotor:

    O Anobii o Goodreads, a quanto pare ogni mondo è paese.

    Più che altro, gli affari sono affari ovunque x°D
    Ovunque ci sia la possibilità di inserire contenuti degli utenti e girino sufficienti soldi il problema tende a ripresentarsi: vedi il caso di TripAdvisor.

    Il problema c’è anche su Amazon, per esempio nel caso dei libri di Bizarro Fiction, grazie alla politica idiota di Bizarro Central di incoraggiare i membri della community a mettere recensioni alte per guadagnare “punti” interni (e infatti non ho citato i libri Bizarro nel corpo dell’articolo).

    Ma le recensioni disoneste, come hai giustamente scritto, si smascherano facilmente, e perdono di rilevanza mischiate in mezzo alle altre (ammesso che ce ne siano di “oneste”; forse su Goodreads è molto raro x°D).

    @Zero:

    il che mi ricorda che dovrei fare un approfondito commento sul quanto a me abbia fatto schifo Rogue Moon.

    You’re welcome ^_^
    Sai bene che le polemiche letterarie sono il mio pane.

    ne approfitto per segnalare questo sito sui fumetti che risolve il problema minimizzando il numero di stelle: un fumetto fa schifo, è ok o è una buona lettura, senza mezzi termini

    Thanks!
    Vado a spulciarmelo

  5. Io uso lo stesso metodo per scegliere i ristoranti con TripAdvisor XD Per i libri tendo a fondarmi sui giudizi della gente che conosco tenendo conto dei loro gusti.
    Ammetto comunque una generica dipendenza classificatoria da stelline.

  6. Io leggo la quarta di copertina, se il prezzo è alto ci rimugino sopra qualche giorno e nel caso compro. Se il prezzo è basso e non mi sembra monnezza pura, lo compro anche senza pensarci: raramente me ne sono pentito (uno dei rari casi è stato “Il 37° Mandala” che ancora mi chiedo “Perché?!!!111!”).
    A volte, se un libro è consigliato da un blogger che considero capace (tipo, perché si degna di motivare le proprie affermazioni in modo concreto, senza troppe fregnacce deformanti del reale…) inizio a indagarci sopra per capire se mi piacerà.
    Le stelline le lascio a Super Mario. Ma devo anche dire che non sono per niente social 😛

  7. Io avevo progettato un complicato sistema simbolico con stelle teschi e cuori, ma non era tanto per dare il voto a un prodotto ma per descriverne l’impatto emotivo stringatamente. Purtroppo non ha preso piede presso nessuna importante testata giornalistica xD

    Tornando seri… io più che siti di recensioni di libri frequento siti di recensioni di film e devo dire che sono davvero un gran bordello. Ci sono film interessanti vittima di pregiudizi e quindi votati basso, ci sono i classici che hanno voti altissimi anche se sono invecchiati malissimo e già erano pallosi quando sono usciti, ci sono capolavori assoluti che hanno diviso le platee e quindi si trovano con un 6 e mezzo stiracchiato, ci sono film di moda votati da bimbiminkia che guadagnano 2 o 3 punti a caso, eccetera. Insomma non si trovano grandi marchettate ma un caos fatto di bias, giudizi superficiali e overthinking da manuale. E quindi niente, uno come me che vorrebbe guardare soprattutto roba di livello ci perde i giorni su mymovies o filmscoop.
    E ti dirò la verità: di solito va a finire che guardo i primi 15 minuti e decido se continuare. Sarà un metodo ingeneroso ma mi ha permesso di salvarmi dalle peggio schifezze.

  8. Per i libri tendo a fondarmi sui giudizi della gente che conosco tenendo conto dei loro gusti.

    se un libro è consigliato da un blogger che considero capace (tipo, perché si degna di motivare le proprie affermazioni in modo concreto, senza troppe fregnacce deformanti del reale…) inizio a indagarci sopra per capire se mi piacerà.

    Spero di star facendo un buon lavoro allora 😛

    @Alb:

    E ti dirò la verità: di solito va a finire che guardo i primi 15 minuti e decido se continuare. Sarà un metodo ingeneroso ma mi ha permesso di salvarmi dalle peggio schifezze.

    Be’, quello naturalmente rimane il metodo migliore quando è possibile farlo. Consiglio sempre (come già Gamberetta ai tempi, ma anche il Duca e Zwe) di leggersi gli estratti gratuiti se disponibili, o di leggersi prima una versione scaricata se c’è, prima di decidere l’acquisto.
    Ed è anche la ragione per cui metto sempre degli estratti dell’opera nei miei articoli.

  9. Intanto mi metto in attesa della recensione di “Annihilation” & soci, poi dato che hai deciso di “aprire” il blog anche ad altre forme di narrativa a parte i libri, io ti consiglierei fortemente di leggerti “The Invisibles” di Grant Morrison, che è anche stato recentemente ristampato: quanto a curiosità, bizzarrie, complotti & megatrip c’è poco di superiore in campo di fumetti “mainstream” (nel senso di roba pubblicata da major, in questo caso DC / Vertigo.)

  10. In cinque anni mi hanno spedito circa cento volumi in formato elettronico (ma la metà erano pronti a mandare anche il cartaceo) per avere una recensione dalla “Redazione di Zweilawyer”. Ora, a parte il fatto che sarebbero rimasti delusi nel constatare che mi faccio i banner con paint da solo come un mongolo e che ogni fottuto articolo è stato causa della degenerazione cerebrale del sottoscritto, sembravano tutti molto entusiasti delle loro opere. Qualche risposta privata l’ho inviata, altri li ho scordati (in buona fede), ma ricordo sempre con piacere quelli che hanno risposto stizziti a un mio rifiuto, e soprattutto quelli che hanno mandato la stessa opera (schifosa) ad altri blogger beccandosi le solite 4 stelline.

  11. @Gargaroz:

    ti consiglierei fortemente di leggerti “The Invisibles” di Grant Morrison, che è anche stato recentemente ristampato: quanto a curiosità, bizzarrie, complotti & megatrip c’è poco di superiore in campo di fumetti “mainstream”

    Per quanto non sia un particolare amante né delle serie lunghe, né dei pastiche pop-mitologici, né delle storie complottistiche, questo fumetto sembra abbastanza demente da meritare almeno un’occhiata.
    Se mi capiterà sottomano ti farò sapere, intanto grazie.

    @Zwe:

    In cinque anni mi hanno spedito circa cento volumi in formato elettronico (ma la metà erano pronti a mandare anche il cartaceo) per avere una recensione dalla “Redazione di Zweilawyer”. […] Qualche risposta privata l’ho inviata, altri li ho scordati (in buona fede), ma ricordo sempre con piacere quelli che hanno risposto stizziti a un mio rifiuto, e soprattutto quelli che hanno mandato la stessa opera (schifosa) ad altri blogger beccandosi le solite 4 stelline.

    Stupendo x°D
    A me ne sono arrivati diversi, ma in genere di autopubblicati; raramente case editrici. Purtroppo raramente ho potuto accontentarli (a prescindere dalla qualità del testo, che non ho potuto verificare): mi manca proprio il tempo per leggerli.

  12. Anche io ho ricevuto perlopiù autopubblicati. Alcuni erano assurdi, pensavo fossero prese in giro. Un paio di anni fa un autore era entusiasta del fatto che i suoi protagonisti fossero orchi, così gli ho dovuto fare presente che la saga “Orchi” era già stata pubblicata. Un altro aveva scritto una roba tipo ken shiro nel medioevo ma con protagonisti simili a Soter di Ancess… un flash trash che non andrà più via dalla mia mente.

  13. Il tuo sistema è molto valido, il mio sistema è appaltare il tuo sistema ad altri.
    Il dolce outsourcing neoliberista… aka vado su blog come il tuo (o quello del duca, o quello di gamberetta quando c’era e altri) e guardo cosa consigliate voi.

    Infatti a volte mi sento un po’ in colpa.
    Va detto che questo è un sistema che dovrebbe fare la differenza tra “le piccole librerie che stanno scomparendo!11” e “Amazon kattiva si fa tassare in lussenburgo!1”.

    Ossia se io vado a comprare un libro (LOL seriamente, chi va ancora a comprare libri fisici?) io non sto comprando un bene, sto comprando un servizio.
    Il bene ha un valore pari a 0, se voglio lo torrento, quello che compro io è il tempo di una persona che mi dice “guarda, questo libro è così e cosà, ecco alcuni approfondimenti, queste sono le tematiche trattate, se ti piace questo stile allora fa per te, se no ecco, ti consiglio quest’altro etc.”.
    Ed è il motivo per il quale i pochi libri che compro li compro da VP, io compro il tempo e le conoscenze del Duca che mi risparmiano lo sbattone e la perdita di tempo di cercare libri decenti.

    Ed è il motivo per il quale io compro il tuo tempo, leggendo le tue considerazioni ma, good for me, is for free!
    Bhe va detto che anche io scrivo articoli on line e quindi uso il mio tempo per dare for free informazioni a sconosciuti, il che un po’ mi lava la coscienza, ma questo è perchè credo nell’internet.

    Anyway per steam ti consiglio SteamDB, oltre a dirti il minimo prezzo a cui è mai sceso un titolo ha un sistema di rating più gajardo.

    PS
    questo è un articolo da 3,5 stelline.

  14. @Nicholas:

    Il bene ha un valore pari a 0, se voglio lo torrento

    Non generalizziamo troppo: alcuni libri piratati non si trovano punto e stop, compresi alcuni di cui ho parlato sul blog.
    Ciò detto, sono d’accordo se mi dici che il costo più ingente – quando acquistiamo un libro di narrativo – non è mai o quasi mai il costo in denaro, ma il costo in tempo; il tempo che dovremo spendere a leggerlo invece di fare altre cose.

    Bhe va detto che anche io scrivo articoli on line e quindi uso il mio tempo per dare for free informazioni a sconosciuti, il che un po’ mi lava la coscienza, ma questo è perchè credo nell’internet.

    Non sentirti in colpa: anche io ci guadagno. Non soldi, ma soddisfazione (gestire questo blog mi piace), conoscenza (alcune cose molto belle che ho letto o visto, me le avete consigliate voi), ed expertise nello scrivere articoli divulgativi (ho la sensazione di essere un po’ migliorato da quando ho cominciato a oggi, anche se forse è una cosa mia).
    Ma più che altro mi diverto.

    PS
    questo è un articolo da 3,5 stelline.

    Muoro x°°D

  15. Mi inserisco nei commenti per chiedere un consiglio di lettura. Stavo cercando un autore così matto da riuscire a legare elementi Sci-fi con un approccio tendente al surreale/mainstream/realismo magico, e tu mi citi VanderMeer (onestamente pensavo che scrivesse tutt’altro). Puoi consigliarmi un paio di suoi romanzi rientranti (o almeno tendenti) appunto nel filone realismo magico?

  16. McOtter:

    Puoi consigliarmi un paio di suoi romanzi rientranti (o almeno tendenti) appunto nel filone realismo magico?

    Il libro di VanderMeer che senza dubbio ti consiglio è City of Saints and Madmen, su cui ho scritto pure un Consiglio che puoi andare a cercarti dal menu. E’ una raccolta di racconti, novellas e pseudo-saggi buffi con ambientazione condivisa e rimandi interni, surreale e a tratti molto divertente.
    Poi c’è la Southern Reach Trilogy, una trilogia science-fantasy di mistero uscita l’anno scorso, che però è più vicina all’horror lovecraftiano o al mystery alla Lost che non al realismo magico. Ancora, a Gamberetta piaceva molto The Situation, novella che è stata pubblicata sia come stand-alone che all’interno della raccolta di racconti The Third Bear.

    Se ti piace il realismo magico in salsa fantascientifica, comunque, ti consiglio anche Life During Wartime di Lucius Shepard: ha la stessa cadenza lenta e gli stessi voli barocchi di VanderMeer, ma è più bravo. Per darti due dritte, Shepard è stato allievo spirituale di Dick ed è uno degli scrittori preferiti di Swanwick (insomma: aveva tutti i numeri per piacermi fin dall’inizio).

  17. Bene, efficiente come sempre, gràziole 🙂

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