Rientrato in patria, non ho ancora avuto molto tempo per mettermi seduto al computer. Ma in attesa che il blog ritorni al suo ritmo di articoli usuale, ecco una nuova carrellata di opere interessanti – uscite da poco o in uscita – in cui mi sono imbattuto nelle ultime settimane.
Southern Reach Trilogy
La annunciava da tempo. Dopo cinque anni di silenzio narrativo (fatta eccezione per la collezione di racconti The Third Bear, pubblicata nel 2010), Jeff VanderMeer, decano del New Weird, esce quest’anno con una trilogia di romanzi intitolata Southern Reach Trilogy.
L’opera si presenta come un fantasy o fantascienza di esplorazione di terre bizzarre: un’equipe di scienziati dovrà penetrare nell’Area X, un territorio abbandonato e reclamato dalla natura in cui si verificano fenomeni inspiegabili, e scoprirne i suoi segreti. Ma tutte le spedizioni precedenti sono andate a finire male. Non mi è chiaro se l’ambientazione della trilogia appartenga allo stesso mondo del ciclo di Ambergris – quel che emerge dalla sinossi, è che VanderMeer sembrerebbe aver abbandonato le pretenziosità literary dei suoi primi romanzi per scrivere qualcosa più plot-oriented. Non posso che esserne felice.
Altro aspetto degno di nota è il modo in cui VanderMeer e la sua casa editrice (la FSG Originals) stanno gestendo le uscite. Il primo libro, Annihilation, è uscito a inizio Aprile; il secondo, Authority, a inizio Maggio, e il terzo, Acceptance, uscirà a Settembre. Insomma, nel giro di pochi mesi i fan di VanderMeer potranno leggere l’intera opera. Altro che i cicli senza fine alla Robert Jordan o alla Martin, costruiti sul feedback dei lettori e progettati per finire il più tardi possibile: questa è ciò che chiamo professionalità.
L’unico neo è il prezzo dell’edizione digitale, assurdamente alto – 9,55 Euro al momento in cui scrivo – e praticamente identico a quello del cartaceo. Un prezzo che sembra quasi gridare al cielo: “Piratatemi! Piratatemi!”. Ma cattive politiche editoriali a parte, la trilogia sembra molto interessante e penso che le darò una chance nelle settimane e mesi a venire. Mi piacerebbe poterci scrivere due righe a fine anno, quando sarà finita.
Monday Begins on Saturday
E dato che parliamo di esplorazioni di luoghi contaminati in cui accadono fenomeni paranormali, ricorderete il bellissimo romanzo Roadside Picnic dei fratelli Strugatsky, a cui avevo dedicato un Consiglio quasi un annetto fa. In quell’occasione avevo anche lamentato la scarsità di opere degli Strugatsky in circolazione in traduzione inglese (fatta eccezione per un po’ di loro opere reperibili su Library Genesis).
Ebbene, la Gollancz ha deciso di ripubblicare nella collana degli SF Masterworks il romanzo Monday Begins on Saturday. Il libro – che uscirà ad Agosto – è una satira in salsa fantascienfica degli ambienti accademici e di ricerca dell’Unione Sovietica. Insomma, se Roadside Picnic è un romanzo dal sapore internazionale, che – in teoria – avrebbe anche potuto essere scritto da un occidentale, questo Monday Begins on Saturday sembra decisamente radicato nell’URSS degli anni ’60. Ragione in più perché non me lo lasci sfuggire! E se dovesse piacermi vedrò di scaricarmi anche il seguito – Tale of the Troika – di cui Theodore Sturgeon diceva un gran bene. Vi terrò aggiornati.
The Tick People
Parlando invece di libri già pubblicati, il mese scorso è uscita l’ultima fatica di Mellick, The Tick People. Perché ne parlo, dato che quel pazzo maniaco pubblica quattro nuove opere all’anno? Be’, è un caso particolare perché sul suo blog Mellick dichiara di essere ritornato allo sperimentalismo dei suoi primi libri:
Unlike my last few books, this is a short quick read and somewhat similar in tone to my early bizarro novellas like Teeth and Tongue Landscape, Steel Breakfast Era or Ugly Heaven.
Non significa che sia un bene. Nonostante le immagini vivide e le idee folli, i libri mellickiani del primo periodo assomigliano più ad accozzaglie di scene strane che a delle storie con un inizio, un centro e una fine; preferisco di gran lunga le opere più recenti come The Egg Man, Zombies and Shit o Quicksand House. Ma se – dopo anni passati a scrivere trame ben strutturate – Mellick fosse riuscito a trovare un equilibrio tra storie comprensibili e l’immaginario allucinato del primo periodo, il risultato potrebbe essere eccezionale. Quindi terrò d’occhio questo The Tick People, nella speranza che ne sia uscito qualcosa di buono.
Parlando di Mellick, piano piano mi sto aggiornando sulle cose che ha scritto negli ultimi anni. Ci sono molti titoli validi, alcuni dei quali potrebbero fare la gioia anche dei non amanti di Bizarro Fiction. Non mi spiacerebbe, in futuro, buttare giù un articolo di sintesi sulle sue opere più interessanti – data la quantità di cose che ha scritto e la qualità altalenante.
Ho anche per la testa un progetto di post riassuntivo di alcune delle sue opere sperimentali del primo periodo – tutta roba abbastanza ‘particolare’. Vedremo.
La Maschera di Bali
E nel frattempo, è uscito su Vaporteppa il secondo dei racconti nati durante il concorso steampunk di Baionette Librarie. La Maschera di Bali, di Francesco Durigon, era un altro dei finalisti del concorso – altri due dovrebbero uscire nei mesi a venire.
All’epoca La Maschera di Bali non mi aveva detto molto – ma una terapia intensiva a base di Duca non potrà che avergli fatto del bene. Non l’ho ancora letto, ma intanto l’ho scaricato da Ultima Books e riposa nel mio reader. Vi farò sapere; ma intanto, dato che è gratis, vi consiglio di buttarci un occhio.
Che dire? L’annata promette bene. Devo trovare solo la forza per leggerla, tutta questa roba!