Tra una settimana scarsa, Tapirullanza compirà due mesi.
Dovendo fare un bilancio di questi cinquanta giorni di attività, direi che il blog è andato molto bene, oltre le mie più rosee aspettative iniziali.
Per dare qualche cifra: Tapirullanza ha superato l’altroieri il traguardo delle 9000 visite (9.187 nel momento in cui scrivo), e conto che abbia superato le 10000 per il 6 Gennaio, giorno del suo secondo mesiversario. La media settimanale di visite oscilla tra le 150 e le 200, con un picco di 220 per la settimana che è andata dal 28 Novembre al 4 Dicembre, la migliore in assoluto. Non so se ci sia un rapporto tra le due cose, ma è la settimana in cui ho parlato dei due libri di Mellick e di Marstenheim di Angra. Certo, si tratta di cifre che impallidiscono rispetto a quelle che Zweilawyer ha pubblicato un paio di mesi fa, e che arrivano fino a venti volte le mie, ma trattandosi di un blog giovane e senza nemmeno una sezione Retard direi che vado bene.
C’è anche un lieve incremento mensile: Novembre ha registrato un totale di 4.151 visite, mentre Dicembre sfiora le 5.000 e probabilmente le raggiungerà in giornata. E questo nonostante due fattori: il lieve calo del periodo natalizio (dal 22-23 Dicembre visite e commenti sono diminuiti, anche se le prime si mantengono ancora attorno alle 150 giornaliere), e il boom di visite registrato a metà Novembre con la pubblicità fattami da Gamberetta in questo breve post.
E’ una pubblicità di cui ancora la ringrazio, e non ho dubbi che buona parte del traffico che riceve il mio blog sia dovuto, anche indirettamente, a lei. Il giorno successivo alla sua segnalazione, Tapirullanza ha registrato 595 visite, vetta assurda mai più sfiorata. Dopo un paio di giorni la cosa si è sgonfiata e il blog è tornato a ritmi più normali – ma una buon numero di persone ha continuato a venire. E la cosa mi fa piacere, perché significa che Tapirullanza non è solo una cosa che diverte me, ma effettivamente è un servizio di utilità per qualcuno.
Questa utilità mi è testimoniata anche dal fatto che persone come il Duca e Zwei (e non sono gli unici) mi abbiano inserito nella pagina dei loro Link Utili. La cosa mi fa estremo piacere e spero di mantenere le aspettative ^-^
A conferma di quanto detto sopra, ecco la classifica dei primi dieci referrer del blog. In rosso i blog, in blu altri servizi:
- Gamberi Fantasy, con 1.511 visualizzazioni
- Zweilawyer, con 541 visualizzazioni
- Motori di ricerca, con 450 visualizzazioni
- Google Reader, con 154 visualizzazioni
- Baionette Librarie, con 91 visualizzazioni
- La Donna Camél, con 87 visualizzazioni
- Draghi di Ottone e Nani con la Scopa, con 85 visualizzazioni
- Minuetto Express, con 63 visualizzazioni
- WordPress, con 53 visualizzazioni
- Facebook, con 48 visualizzazioni
Notate il gap abissale tra la prima posizione e tutte le altre. Ho come l’impressione che le visite al blog subiranno un tracollo il giorno che Gamberetta decidesse di scrivere un nuovo articolo e scalzare la segnalazione su Tapirullanza dalla testata di Gamberi Fantasy^^”
La seconda posizione di Zweilawyer non è un mistero: è un blog molto visitato, e quello dove sono più presente. Ma la cosa che mi ha fatto più piacere è vedere quante persone arrivino qui attraverso i feed reader o dai motori di ricerca. I primi testimoniano che sono riuscito a costruirmi un nucleo di aficionados; i secondi mi garantiscono un buon ricambio di utenza e significano che ho buoni piazzamenti su Google e compagnia.
A parte Tapirullanza, digitata 118 volte (che però significa che la gente stava cercando apposta il mio blog), la chiave di ricerca più ricorrente è stata library.nu (47 volte in quest’accezione; più svariate altre che contengono “library.nu” o “library” nel testo). Spesso la ricerca tradiva una preoccupazione in merito alla recente politica del sito: sembra che abbiano ‘chiuso le iscrizioni’, cioè che chi non abbia la fortuna di avere già un account non possa più registrarsi. Maledetti. Mi auguro che le cose cambino presto.
Purtroppo, devo riconoscere che un buon terzo delle chiavi di ricerca che hanno portato malcapitati su questo blog non tradiscono la stessa razionalità e decenza. Se avete tenuto d’occhio il piccolo box che ho aperto nella colonna di destra un paio di settimane fa, “Ultime Chiavi di Ricerca Weird”, avrete visto con che velocità gente sempre nuova continua a capitare su Tapirullanza cercando le cose più nonsense. E com’è ormai tradizione di ogni blog consolidato, eccovi una carrellata delle più affascinanti, divise per categorie:
– Sesso
I maniaci sono l’unica cosa che sul Web non manca mai e la Rule 34 è forse il pilastro fondamentale dell’universo.
Ciò detto, riconosco la mia colpa: la maggior parte dei pervertiti arrivati qui aspettandosi chissà cosa, ci sono arrivati a causa del mio articolo su The Haunted Vagina e The Baby Jesus Butt Plug, e di quel malcapitato tag “Dildo a forma di personaggi famosi”. A questi appartengono sicuramente “figa di persone famose” e i suoi amici, “culi di persone famose” e “la figa dei personaggi famosi”; ma anche “farsi un dildo” e “buttplug fatto in casa”. A quel dannato articolo – che a questo punto rinnego con forza – potrebbe pure essere imputato l’arrivo del tale che cercava “vibratore a forma di alieno“.
Il mio articolo su A Canticle for Leibowitz è invece responsabile di “cintura di castità” e “cintura anti sesso“.
Non sono invece in alcun modo responsabile di “sborrata in bocca” né di “sesso estremo con cavallo“, argomenti che sono ragionevolmente certo di non aver mai affrontato. Un tizio è pure arrivato qui chiedendo informazioni sul “piersin pene“: a quest’uomo consiglio di imparare la lingua inglese. Un altro, invece, esprime preoccupazioni circa l'”amore dannoso“: a quest’uomo consiglio di usare le protezioni.
Menzioni speciali, poi, per il folle che è arrivato qui digitando “salvadanaio a forma di figa“, e per il deviato che ha scritto “sexy man indiani“.
Ma c’è anche di peggio: è di qualche giorno fa la chiave di ricerca “babbo natale nudo“. Vabbé che sui gusti non si discute, ma…
– Crudeltà
Per queste chiavi di ricerca credo siano in egual modo responsabili l’articolo su The Iron Dream e quello su Sausagey Santa.
Un tizio per esempio augura: “buon natale nazi“.
Gli risponde un altro, forse in vena cattolica e negazionista: “hitler posseduto“. Un terzo non la manda giù e sentenzia: “dio nazi“!
Un quarto, animato da una certa vena feticista, pretende che lo ragguagli circa “bambini con occhi incavati sterminio ebrei“. Ma la cattiveria travalica i confini del nazismo quando qualcuno mi domanda: “elfo di babbo natale cattivo” (ma chi è cattivo? Babbo Natale o l’elfo?).
La discussione si fa animata quando qualcuno comincia a far notare che gli uomini non sono cattivi per natura; la colpa è della “conversione umano zombie“. No, la colpa è delle circostanze, ribatte quello che ha cercato: “l ultimo sopravvissuto mangia renna” (riferito a un film di Natale finito male?).
Certe cose, infine, non sono proprio perdonabili. Il più cattivo di tutti è sicuramente quello che mi ha chiesto delucidazioni su “come tagliare le orecchie al cane“.
– Weird
Non so se la colpa sia di quella bellissima immagine del cane quadriplegico nel post su Marstenheim, fatto sta che i canidi sono al centro dell’attenzione di molti dei miei frequentatori. Uno per esempio mi chiede la “composizione ossea di un cane meticcio“; un altro, ancora più disturbato, è incuriosito da “tutte le razze di cani che incrociano le orecchie“.
Entrambi, però, ne escono con le ossa rotte contro quello che ha osato chiedere, con aria convinta, “topo di praga cane“.
Un altro dei miei lettori è sinceramente preoccupato dalla “densità dell’aria“, forse a causa del racconto Aria nella recensione di Ucronie Impure, mentre un altro ancora è alla ricerca del “racconto di fantascienza il pianeta ever green è occupato da piccoli verdi” (trama affascinante).
Un tizio che non sa usare Google Maps e nemmeno l’atlante, mi chiede “che nazione c’è dopo l’alaska” (risposta: il Canada, oppure, ehm, l’oceano), mentre un altro – particolarmente pigro o tardo – ha bisogno che gli procuri un “disegno angolo acuto“; un terzo dimostra gusti particolarmente difficili, dat che mi chiede di mostrargli una “granata a frammentazione vista da sotto“.
Un quarto, in overdose da Giacobbo, sostiene che “kurt vonnegut massone“.
Un quinto è confuso, dato che viene a chiedere a me le “mie abitudini lettura“. Se non le sai tu…
Alcuni visitatori, poi, sono più aggressivi di altri; questo, per esempio, esordisce: “mostrami disegno di un avamposto“! Altri, invece, sentono il bisogno di dispensare preziosi consigli, soprattutto sotto Natale; e per esempio questo mi mette in guardia: “non fare come babbo natale indossa le cinture“. Molto gentile da parte tua, ti ringrazio.
E concludo con il più romantico e malinconico dei miei visitatori, che è arrivato qui “guardando giù“.
– Nonsense
Se le chiavi di ricerca della scorsa categoria erano assurde, queste sfideranno le vostre stesse capacità di comprensione.
Uno per esempio si mostra incuriosito da “la fessa asiatica dormiente“; non mi è chiaro se sia una roba porno o una roba metafisica, fatto sta che, stando a quest’uomo, da qualche parte dev’esserci una tizia asiatica che dorme e non è troppo furba.
Di metafisica in metafisica, ci imbattiamo nell’idea ucronica definitiva, “rasputin atlantideo“. Ma Rasputin, ad Atlantide, come ci arriva? Risponde solerte un altro commentatore: ma è ovvio, con “il canotto water“!
…no, sul serio: che cazzo è un canotto water?
E chiudiamo con un tale che sente il bisogno di autogiustificarsi:
“le figure di merda succedono perché uno sa divertirsi“.
Bravissimo! Ma io cosa c’entro?
Propositi per l’anno nuovo
Ho aperto questo blog nella speranza di essere d’aiuto a lettori e scrittori.
Ai lettori, perché sperimentassero qualcosa di nuovo dalla solita minestra, che nell’annata 2011 consisteva essenzialmente in: Martin e il suo fantabeautiful, il solito fantatrash italiano (con il bonus della “nuova” saga della Troisi), e l’ultima puttanata di Paolini. E perché si abituassero a scaricare libri, a leggere in inglese, perché imparassero a cercare da sé quello che potrebbe interessarli invece di accettare proni quel che quella banda di avvoltoi delle nostre care case editrici ci propina (rigorosamente dai 15 Euro in su).
Agli scrittori, perché è leggendo sempre cose nuove, e le più varie, che si accresce la propria creatività. Ribadendo quello che più volte ha detto Gamberetta, se io passo la mia vita a leggere di elfi e nani che si incontrano nella taverna e si lanciano in una quest per salvare il mondo dall’Oscuro Signore, la trama più originale che potrò progettare parlerà di elfi e nani che salvano il mondo. L’aspirante scrittore deve leggere di tutto, e capire da dove attingere per le sue creazioni.
Per il futuro del blog, ho dunque intenzione di continuare su questa strada, proponendo consigli settimanali e discutendo di libri insoliti. Voglio anche continuare a recensire autopubblicati più o meno meritevoli, e parlerò sicuramente di altri saggi sul Medioevo o su argomenti limitrofi che ho studiato, per dare una mano a chiunque altro volesse imbarcarsi in questa impresa.
Cercherò di tenere aggiornate tutte le sezioni del blog, cosa non facile, soprattutto per quanto riguarda la pagina della Terminologia. Tento di dedicare tutti i giorni almeno un’ora o due al blog, ma non sempre trovo il tempo, quindi mi dovrete scusare se ogni tanto alcune sezioni rimangono indietro.
E se volete un’anticipazione, ecco una serie di autori, in ordine sparso, che mi piacerebbe leggere l’anno prossimo, e su cui – se troverò roba buona, ma mi sento ottimista – potrei fare dei Consigli:
Sci-fi: Robert Heinlein, Poul Anderson, Frederik Pohl, Theodore Sturgeon, Robert Silverberg, William Gibson, Thomas Disch, Samuel Delany, Clifford D. Simak, Brian Aldiss, Neal Stephenson, Charles Stross, Dan Simmons.
Fantasy: Jeff VanderMeer, Tim Powers, Catherynne Valente, China Mieville, Gene Wolfe, Clive Barker, Ajvide Lindqvist.
E posso già dirvi che arriveranno consigli su Philip K. Dick, Arthur C. Clarke, Michael Swanwick, Jack Vance, Michael Moorcock e altri ancora! ^_^
Quindi non perdetemi di vista! E ricordate che anche i vostri consigli sono sempre bene accetti. Le cose che mi suggerite me le segno, non a caso c’è anche Gibson nella lista…

Con mio grande rammarico, la pesca della lattina è un'attività ancora molto poco esplorata dalla narrativa di genere.
Nota finale: il prossimo Consiglio
Settimana prossima non ci sarà un Consiglio del Lunedì.
Una pausa ogni tanto, tra un Consiglio e l’altro, serve a darmi un po’ di respiro nella ricerca e nell’accumulo di Consigli. E poi non voglio che il perdurare delle vacanze natalizie gli dia poca visibilità. Vedrò comunque di scrivere qualcosa e tenere aggiornato il blog.
Buona fine dell’anno a tutti!
I Consigli del Lunedì #07: The Iron Dream
Titolo italiano: Il signore della svastica
Genere: Science Fiction / Metafiction / Literary Fiction / Ucronia / Pulp-trash
Tipo: Romanzo
Anno: 1972
Nazione: USA
Lingua: Inglese
Pagine: 260 ca.
Difficoltà in inglese: **
Avete mai letto l’ultimo romanzo di Adolf Hitler, Lord of the Swastika? No? Ma se ha pure vinto il premio Hugo nel 1954! Se è nato un gigantesco movimento di fan del libro, e se le uniformi dei Sons of the Swastika sono tra le più cosplayate ai convegni di fantascienza…? Ah, no, scusate, errore mio: ho sbagliato realtà^^
Norman Spinrad immagina un mondo alternativo in cui Hitler non è mai diventato leader del partito nazionalsocialista. Dopo la Prima Guerra Mondiale, il nostro baffino preferito ha deciso di trasferirsi negli Stati Uniti, dove si è riciclato come disegnatore e scrittore di fantascienza pulp. I conoscenti lo ricordano come un tipo tranquillo, forse un po’ strano.
Il suo più grande successo, completato pochi giorni prima della morte, parla di un mondo decadente, corrotto dai meticci e dalle mutazioni genetiche. Heldon, l’ultimo baluardo della purezza genetica, è minacciato dalle orde dei Dominatori, creature spietate che piegano la volontà degli individui e delle nazioni con la forza della mente; solo un uomo di razza purissima e di volontà ferrea – il giovane Feric Jaggar – potrà, radunando attorno a sé un pugno di uomini devoti e pronti a tutto, salvare il genere umano dall’imbastardimento definitivo. Toccherà a Feric ricostruire a Heldon una legione di Veri Uomini e guidarli alla legittima riconquista del mondo – e dell’intero Universo!
The Iron Dream è uno strano e delizioso esperimento diviso in tre parti: la prima, brevissima, consiste di una nota biografica sull’Hitler ucronico e della sua bibliografia; la seconda, che occupa il libro quasi per intero, è Lord of the Swastika, il romanzo scritto da Hitler; la terza, una Postfazione (Afterword) di una quindicina di pagine in cui un immaginario accademico commenta e analizza il romanzo.
L’esperimento è questo: se Hitler scrivesse un romanzo di fantascienza, cosa scriverebbe e come lo scriverebbe? Esperimento sviluppato in oltre duecento pagine di disgustosi meticci, uniformi di pelle nera, parate militari, baldi giovini dai capelli biondi e gli occhi azzurri, massacri su larga scala e iNioranza in dosi massicce.
Feric Jaggar è pronto a combattere per il futuro della razza umana! E TU?
Uno sguardo approfondito
In Lord of the Swastika confluiscono due anime.
Da una parte, la narrativa fantasy-fantascientifica di serie b (e in particolare l’heroic fantasy/sf) con i suoi cliché e le sue ingenuità. Feric Jaggar è il giovane predestinato che deve salvare il mondo; i cattivi sono cattivissimi, senza appello e senza motivazione; e mentre i buoni ce la fanno grazie all’intelligenza e all’organizzazione, i nemici sono orde senza cervello, che attaccano come zombie basando la loro forza sul numero. C’è anche l’arma leggendaria impugnabile soltanto da un eroe di stirpe regale, nella forma del Grande Manganello (Great Truncheon). Ci sono i balzi tecnologici improbabili. Soprattutto, è ripetuto e amplificato il wish-fulfillment nella sua forma più ingenua: tutto il romanzo non è che il susseguirsi di trionfi e di riconoscimenti della naturale superiorità dell’eroe su tutti i suoi avversari e su tutti i suoi discepoli 1.
Dall’altra parte, troviamo l’esasperazione della filosofia nazista e delle fissazioni private di Hitler. Per tutto il romanzo, il pov rimane saldamente ancorato sulle spalle di Feric: di conseguenza, noi vediamo il mondo filtrato dal suo tono di aristocratico esaltato, dal suo disgusto per le razze corrotte, dalla sua ossessione per la virilità, dall’eccitazione che gli provocano le uniformi e i bei giovani dai fieri occhi azzurri. Il disgusto di Feric per le “catastrofi genetiche” è palpabile. Ma non è solo questo. Tutto il mondo del romanzo si comporta in accordo con queste convinzioni: tutti i mutanti puzzano, e sono miserevoli; i Veri Uomini (Truemen) sono intelligenti, capaci e virtuosi quanto sono alti, biondi, con gli occhi azzurri e un fisico statuario.
Molti eventi del libro sono anche interpretabili come corrispettivi di alcune fasi storiche del Partito nazional-socialista 2.
Questi due elementi, messi insieme e portati all’eccesso, creano un romanzo grottesco-splatter che sfiora la parodia della bassa narrativa e in ogni caso è profondamente trash. La storia di Feric è un’escalation di violenza e di deliri di onnipotenza. Si va dal pestaggio di indifesi meticci fino ai genocidi, ma la violenza è talmente portata all’eccesso da essere cartoonesca più che gore.
The Iron Dream mi ha ricordato certi film di Rodriguez – Planet Terror, Machete, o anche il caro vecchio Dal tramonto all’alba – film che rifanno apposta il b-movie ma lo rifanno ridendoci sopra. The Iron Dream è un lungo b-movie.
Forse, come vedremo, troppo lungo.
Un gerarca dei Sons of the Swastika.
L’esperimento di Spinrad si porta infatti dietro degli handicap; in parte inevitabile conseguenza della natura iNiorante del romanzo e del fatto che a scriverlo sia Hitler, in parte dovuti alla sua incapacità come scrittore.
A partire dallo stile. Un po’ per ricalcare le ingenuità della letteratura di genere, un po’ per insistere sul dilettantismo e le ossessioni di Hitler, Lord of the Swastika è scritto male apposta. Abbondano le ripetizioni, le descrizioni statiche, l’aggettivazione pesante, gli infodump, personaggi piatti come un asse da stiro, il raccontato – anche se, all’occorrenza, l’autore è capace di mostrare efficacemente i momenti splatter o le parate militari del Partito. Ma Spinrad non è scusato del tutto: leggendo un altro suo libro, ho ritrovato in parte questa tendenza alle ripetizioni e all’aggettivo facile. Lo stile di Spinrad è realmente mediocre – in The Iron Dream questo aspetto è semplicemente amplificato. E comunque, calcare troppo la mano sullo scrivere male apposta può essere una buona strategia per un racconto breve o per una novella, ma non per un intero romanzo di oltre duecento pagine.
Lord of the Swastika soffre di ripetitività anche sul piano dei contenuti, soprattutto nella seconda metà del romanzo. Ogni capitolo si svolge su un piano più “grande” del precedente, ma la formula rimane la stessa. Ci sono pagine e pagine dedicati alle parate militari, alle nuove fikissime uniformi che Feric disegna per questo o quel corpo del Partito, ai nuovi esperimenti eugenetici promossi dai suoi laboratori.
Spinrad lo fa per sottolineare il carattere ossessivo dell’Hitler-scrittore, ed è anche divertente vedere fino a che punto si spinga la sua immaginazione, ma alla lunga la formula annoia. Se vuoi parlare della noia, fai attenzione a dedicarci lo stretto spazio necessario, prima che il lettore stesso si annoi; allo stesso modo, va bene insistere sulle fissazioni del nazismo, ma almeno sii creativo nel mostrarle, varia, tieni il lettore sulla corda! Spinrad questo non l’ha capito 3. La seconda metà del romanzo è decisamente troppo ripetitiva – anche se viene riscattata dall’ultimo capitolo del romanzo, assolutamente geniale 😀
Un ultimo possibile difetto di The Iron Dream è implicato nella sua stessa natura di metafiction. Immergersi completamente nel romanzo hitleriano è impossibile, non tanto perché non si possa abbracciare il punto di vista di un meganazista (ho letto libri, come alcuni di Mellick, dove succedono cose più terribili e l’empatia scatta lo stesso), quanto perché il tono trash-grottesco della narrazione ci ricorda continuamente che stiamo leggendo un libro. Il fatto stesso che ci sia una finta Postfazione (che tra l’altro è stupenda) distrugge ogni possibilità di catarsi.
Il lettore si trova davanti più la mente dello scrittore-psicopatico che non il contenuto del romanzo. Momenti di immersione e partecipazione emotiva ci sono, ma sono rari.
L’idea complessiva che mi sono fatto di The Iron Dream, quindi, è di un esperimento interessante e divertente, ma non del tutto riuscito. Con più impegno e più consapevolezza tecnica, Spinrad avrebbe potuto farne un capolavoro; così com’è, rimane un libro unico nel suo genere, che vale la pena provare a leggere, ma con ampissimi margini di miglioramento. I numerosi momenti di stanca, del resto, sono inframezzati da lampi di genio che valgono la lettura.
Potrebbe essere il libro ideale per chi cerchi un po’ di sano trash ma abbia bisogno anche di un sottofondo un po’ intellettuale: The Iron Dream provvede a entrambi.
Dove si trova?
In Italia il libro è stato pubblicato con il titolo del romanzo-nel-romanzo, ossia Il signore della svastica. Nel 2005 è stato ristampato da Fanucci, ma per quanto ne so anche questa edizione è pressoché introvabile. Ci si può senza timore affidare al Mulo.
Su library.nu si trova invece l’edizione in lingua originale.
Su Norman Spinrad
Spinrad non è un autore che mi convinca troppo. E’ uno di quegli scrittori che vuole sempre fare l’impegnato e lo sperimentale, ma che non ha un sufficiente bagaglio tecnico alle spalle per poterselo permettere. E’ il tipico autore che fa della fantascienza un trampolino di lancio per parlare d’altro, ma che non ha ancora capito troppo bene come funziona un romanzo.
Perciò, di Spinrad ho letto solo un altro libro:
Qualche estratto
Questa volta voglio proporre la bellezza di tre estratti. Il primo è preso dall’inizio del romanzo, dove facciamo la conoscenza di Feric e della sua strana visione del mondo, mentre il secondo descrive invece uno dei massacri indiscriminati che punteggiano allegramente il romanzo.
Il terzo, infine, è un breve e delizoso brano tratto dall’Afterword in coda al romanzo.
1.
Finally, there emerged from the cabin of the steamer a figure of startling and unexpected nobility: a tall, powerfully built true human in the prime of manhood. His hair was yellow, his skin was fair, his eyes were blue and brilliant. His musculature, skeletal structure, and carriage were letter-perfect, and his trim blue tunic was clean and in good repair.
Feric Jaggar looked every inch the genotypically pure human that he in fact was. It was all that made such prolonged close confinement with the dregs of Borgravia bearable; the quasi-men could not help but recognize his genetic purity. The sight of Feric put mutants and mongrels in their place, and for the most part they kept to it.
[…] With his heart filled with thoughts of his goal in fact and in spirit, Feric was almost able to ignore the sordid spectacle that assailed his eyes, ears, and nostrils as he loped up the bare earth boulevard toward the river.
[…] as Feric elbowed his way through the foul-smelling crowds, he spotted three Eggheads, their naked chitinous skulls gleaming redly in the warm sun, and brushed against a Parrotface. This creature whirled about at Feric’s touch, clacking its great bony beak at him indignantly for a moment until it recognized him for what he was. Then, of course, the Parrotface lowered its rheumy gaze, instantly gave off flapping its obscenely mutated teeth, and muttered a properly humble “Your pardon, Trueman.” For his part, Feric did not acknowledge the creature one way or the other, and quickly continued on up the street staring determinedly straight ahead.
Feric Jaggar dimostrava di appartenere sotto tutti gli aspetti al genotipo dell’uomo puro. Questo lo aiutava a sopportare una vicinanza tanto prolungata con la feccia di Borgravia; gli umanoidi non potevano non riconoscere la sua purezza genetica. La vista di Feric rimetteva al loro posto mutanti e meticci, che per lo più ci rimanevano.
[…] Assorto nelle riflessioni sulle proprie mete materiali e spirituali, Feric riuscì quasi a ignorare il sordido spettacolo che assaliva occhi, orecchie e narici mentre percorreva a lunghe falcate lo squallido viale terroso che portava al fiume.
[…] mentre si faceva largo a gomitate tra la folla puzzolente, Feric individuò tre tested’uovo dai crani nudi e fiammeggianti al sole, e si scontrò con un pappagalloide. Quest’ultimo si girò di scatto indignatissimo, ticchettandogli contro il beccaccio osseo per un attimo, prima di rendersi conto di chi era. Allora, naturalmente, abbassò gli occhi lacrimosi, smise all’istante di far crocchiare gli osceni denti da ibrido, anzi mormorò con la dovuta umiltà: «Mi perdoni Verouomo». Feric, da parte sua, fece finta di non vederlo e tirò diritto per la sua strada senza guardarsi intorno.
Hitler elogia la purezza genetica del suo alter-ego Feric durante una delle sue più celebri trasformazioni.
2.
Feric stood erect on the floor of the command car cabin bracing himself against the back of Best’s seat with his left hand; with his right, he pointed the shining steel fist that was the headpiece of the Great Truncheon at the heavens. “Hail Heldon!” he shouted, his mighty voice piercing the din. “Death to the Dominators and their Universalist slaves!” He brought the Steel Commander down in a great arc, and with an earthshaking roar of “Hail Jaggar,” the forces of the Swastika swept forward.
The line of motorcycles smashed into the leading edge of the horde in the park to the accompaniment of massed fire from squads of SS gunners. With great screams of fear and dismay, hundreds of the wild-eyed scum went down choking on their own blood while cold steel split skulls and wheels crushed the limbs of the fallen. Through the interstices in the forward line of motorcycles the Knights then charged, swinging their truncheons and swirling their chains, cracking limbs and smashing heads, consolidating the opening that the motorized SS had given them. Feric’s driver took the command car straight into the forefront of the battle. As Best and Render cut broad swathes through the panicked rabble with their submachine guns, Feric swung the Steel Commander in great arcs of destruction, smashing dozens of heads, crushing scores of limbs, cutting the torsos of the enemy in twain, wreaking incredible havoc with every blow. What a dashing sight this was to viewers all over Heldon, and what an inspiration to his men!
La prima linea di motociclisti si gettò contro l’avanguardia nemica sotto il fuoco di protezione di parecchi tiratori SS. Con grandi urla di terrore e sgomento, centinaia di miserabili dagli occhi allucinati caddero a terra nel loro stesso sangue mentre l’acciaio gelido disintegrava i crani e le ruote maciullavano le ossa di chi era al suolo. Lanciandosi negli spazi aperti dall’avanguardia di motociclisti, caricarono allora i Cavalieri, saettando i manganelli e facendo sibilare le catene, spezzando ossa e fracassando teste, e allargarono l’apertura che già le SS avevano creato per loro. L’autista di Feric portò la macchina proprio sul fronte principale degli scontri. Mentre Best e Remler decimavano la plebaglia stravolta a mitragliate, Feric descriveva con il Comandante d’Acciaio grandi archi di morte, maciullando dozzine di crani, spezzando decine di ossa, squarciando letteralmente a metà i nemici, per i quali ogni colpo rappresentava un’incredibile rovina. Che spettacolo eccitante per gli spettatori di Heldon, e che esempio per gli helder!
3.
As anyone with even a cursory layman’s knowledge of human psychology will realize, Lord of the Swastika is filled with the most blatant phallic symbolisms and allusions. A description of Feric Jaggar’s magic weapon, the so-called Great Truncheon of Held: “The shaft was a gleaming rod of … metal full four feet long and thick around as a man’s forearm … the oversize headball was a life-sized steel fist, and a hero’s fist at that.” If this is not a description of a fantasy penis, what is? Further, everything about the Great Truncheon points to a phallic identification between Hitler’s hero, Feric Jaggar, and his weapon. Not only is the truncheon fashioned in the shape of an enormous penis, but it is the source and symbol of Jaggar’s power. […] it is the phallus of maximum size, potency, and status, the sceptre of rule in more ways than one. When he forces Stag Stopa to kiss the head of his weapon as a gesture of fealty, the phallic symbolism of the’ Great Truncheon reaches a grotesque apex.
Tabella riassuntiva
(1) E’ interessante notare che comunque, pur essendo Feric truzzissimo e improbabile, è sempre meglio dei protagonisti del fantasy moderno. Feric vince sempre, ma effettivamente è meglio degli altri in tutto, e il rispetto dei suoi discepoli è perfettamente giustificato nel contesto del romanzo; Bella di Twilight (ed è solo un esempio) non sa fare niente, ma è un’eroina lo stesso.Torna su
(2) Questa mi è parsa una cattiva idea. L’esperimento di Spinrad sarebbe stato più interessante se Hitler avesse cercato vie alternative – più “fantastiche”, in accordo con la natura del genere – per far arrivare al potere il suo personaggio. Feric dovrebbe sembrare più una versione idealizzata di Hitler, che l’alter-ego dell’Hitler reale.Torna su
(3) Sulla ripetitività della formula di The Iron Dream si esprime pure Ursula K. LeGuin in questo articolo. Il suo giudizio sul romanzo è globalmente positivo, il suo giudizio sullo stile è “fai schifo”. In particolare:
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